Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one
LE OSSERVAZIONI SULL’OCCIDENTE DI UN CAPO INDIGENO DELLE ISOLE SAMOA CI AIUTANO A CAPIRE IL PROFONDO MALESSERE CHE COLPISCE IL NOSTRO MONDO, CI AIUTANO A METTERE A FUOCO L’IMPORTANZA DI COMUNICARE SECONDO NATURA -LA NOSTRA E QUELLA DELL’INTERLOCUTORE- PER VIVERE MEGLIO...
L’uomo bianco e il capo indigeno - L’uomo bianco viene chiamato papalagi da un saggio capo indigeno delle isole Samoa di nome Tuiavii di Tiavea. Questo curioso personaggio compì un viaggio in Europa agli inizi del secolo scorso e venne così a contatto con i nostri usi e costumi, traendone delle impressioni folgoranti, utili per mettere in guardia il suo popolo dal fascino perverso dell’Occidente.
Erich Scheurmann (un artista tedesco amico di Hermann Hesse, fuggito nei mari del Sud per evitare la prima guerra mondiale) raccolse le impressioni dell’anziano maestro, le considerò un tesoro di saggezza e le pubblicò in un libro intitolato Papalagi.
Il mestiere del Papalagi - Uno dei capitoli più interessanti del libro è intitolato “Del mestiere del Papalagi e di come egli in esso si smarrisce”. Osservando l’uomo bianco che lavora, Tuiavii dice: -Ogni Papalagi ha un mestiere. E’ molto difficile spiegare che cosa sia un mestiere. E’ qualcosa che si dovrebbe avere voglia di fare. Ma il più delle volte non se ne ha- E poi ancora: -In Europa ci sono più uomini di quante palme ci siano nelle nostre isole; i loro volti sono grigi come la cenere, perché non conoscono gioia alcuna nel loro lavoro, perché il mestiere divora ogni piacere e dal loro lavoro non nasce alcun frutto, neppure una foglia di cui poter gioire. Per questo negli uomini cova un odio cocente per il proprio lavoro- Tiavea chiude il capitolo con questo confronto: -Il Papalagi sospira quando parla del suo lavoro, come se fosse appresso da un peso. I giovani delle Samoa vanno cantando nel campo di taro; cantando le giovani donne lavano i panni nei ruscelli. Il Grande spirito non vuole certamente che diventiamo grigi nel nostro mestiere, strisciando come lumache nella laguna. Egli vuole che restiamo ben ritti e fieri in tutto il nostro fare. E sempre uomini con occhi lieti e membra sciolte-
Comunicare secondo natura per vivere meglio - Cominciamo a tirare le prime somme del lungo discorso fatto fin qui sul tema della comunicazione, della lunga analisi del transito delle informazioni dal mittente al destinatario, allo scopo di fare dello strumento naturale più antico del mondo (la comunicazione) uno strumento non solo per vendere o convincere, ma -essenzialmente- per realizzare una migliore qualità della vita.
Le parole del saggio colpiscono - Ci dà fastidio sentirci del papalagi, ma spesso lo siamo. Per questo non sappiamo comunicare secondo natura. Il malessere che colpisce la famiglia e il mondo del lavoro (secondo il modello di sviluppo a fasi di Freud, deve esserci un giusto bilanciamento tra lavoro e amore), in quest’era così tecnologica e sollevata dalla fatica, è sottile, profondo ed entra direttamente in circolo. Un’altissima percentuale dei mali fisici dell’uomo moderno -oramai lo sappiamo- è di origine psicosomatica, mali che nascono nell’anima (dal disagio) e danneggiano il corpo.
Riso fa buon sangue...
Canta che ti passa...
Un sorriso che non dai è un sorriso che non hai...
La notte porta consiglio...
Tutto sovvertito.
Basta guardare la faccia della gente per strada al mattino, mentre si sposta per andare al lavoro o alla sera quando rientra a casa. Nessuno (o quasi) va al patibolo, ma l’atteggiamento -in grande misura- è quello.
Parlando di lavoro, nemmeno la ricerca degli storici professori Juran e Deming è servito.
I due studiosi statunitensi sono i creatori della teoria della total quality.
A loro si deve l’idea dell’organizzazione dei circoli di qualità in Giappone.
Con questa proposta hanno mandato in pensione la catena di montaggio.
Essi affermano che le persone felici (motivate) producono meglio.
Parlando di salute, è stato per anni grossolanamente trascurato anche lo studio di Patch Adams, l’originale e geniale oncologo che, nel curare il cancro dei bambini, si aiuta con nasi da clown e gag da circo.
Ha avuto ragione il saggio Tuiavii
a mettere in guardia il suo popolo
Senza rispettare la natura umana
non si va da nessuna parte
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Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano. Testimonial di “Progetto Innesto”.
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