Numero 27

Delle ciliegie del prima e del dopo

 

Raffaele Rizzo
 

 

ovvero ”Dell’ordine geometrico dell’universo, inteso come Sistema e Ordine delle cose. Secondo Spinosa:La Natura non è il puro insieme o la semplice somma delle cose ma il Sistema e l’Ordine intrinseco che le regola e le struttura secondo immutabili concatenazioni”. E ancora, questa volta con Cartesio, ci soccorrono le quattro regole del suo Discorso sul Metodo: L’evidenza, l’analisi, la sintesi e l’enumerazione.

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E allora noi, indagando nella realtà più vicina, alla luce degli assunti assunti, individuiamo, fra le incombenze bisognevoli del nostro tempo, il ribaltamento dell’antico apoftegma: ”Una ciliegia tira l’altra”. Orbene, nella nuova formulazione che qui si propone, si dirà: ”Una ciliegia spinge l’altra”.

Risulterà, all’ attento analista linguistico-concettuale, che, nelle condizioni date, fra le due formulazioni si concretizza il differenziale: se una ciliegia agisca spingendo ovvero tirando  la ciliegia sua vicina. Nel proposto caso, è la ciliegia che precede ad  intervenire su quella che segue. La vecchia ciliegia che tirava, si troverà impegnata, nella nuova funzione, del tutto opposta alla precedente, nell’atto dello spingere.
Essa, che chiameremo ciliegia di dopo, prelevata dal rosario e consumata, metterà, ipso ceraso, fine alla catena.
Ora, noi aspiriamo a consumare le sole ciliegie di dopo. Ma senza la nuova formulazione ci ritroveremmo fra i denti,  anche quelle di prima.

Vien fatto allora di pensare alla soluzione di cogliere ciliegie alterne, apprezzando, per ognuna, da tirooda spinta, la differenza, in termini di profumo, di consistenza, di sapore.
Ulteriore è la questione che, affinché si attivi il meccanismo nuovo, bisognerà saltare la prima succosa drupa e tutte le altre dispari, privilegiando le post/ciliegie, ovverosia le seconde. 
La condizione ideale sarebbe allora quella di mangiarle a coppie, ponendo ponderata attenzione a non scivolare nel dettoche così, di conseguenza, suonerebbe: ”Una coppia di ciliegie tira l’altra” e ricominciare da capo, come avveniva con le ciliegie singole.
Ci si chiede allora se, nel caso delle doppie, sia ribaltabile il detto appena detto, e cioè se debba dirsi: ”Una coppia di ciliegie spinge l’altra” - ove per ”altra” si intenda l’altra coppia - e riprendere così l’analisi concettuale come nel caso delle ciliegie singole, siano esse tiranti siano esse  spingenti.
Ma accogliamo ora la prospettazione di ulteriore ipotesi che le regole, scritte o riscritte, valgano anche per le ciliegie sottospirito, per cui la prospettata modifica dei termini, riguarderà anch’esse introducendo il concetto che ”Una ciliegia sottospirito tira l’altra sottospirito”, ovvero: ”Una ciliegia sottospirito spinge l’altra sottospirito”. E, a seguire, vien fatto di pensare se sia più buono lo spirito dove sono state immerse le ciliegie che spingono, rispetto a quello dove han sostato le ciliegie che tirano.
Veniamo ora alla ciliegina sulla torta che per adempiere al suo compito di ben concludere un atto, riteniamo debba essere da spinta, non già da tiro.
Valgano ancora le nostre conclusioni nell’interpretare se, nei giardini, gli alberi siano di ciliegie da tiro o da spinta, per poter finalmente dar titolo corretto al dramma di Anton Pavlovic Cechov, che così verrebbe a chiamarsi: ”Il giardino dei ciliegi da spinta”.

Ora, per ben concludere, sovviene un’ultima ipotesi: ”Ma si potrà mai dare il caso di una stessa ciliegia che, non soltanto tira, ma altresì spinge?”. L’ipotesi, suggestiva, ci porrebbe al cospetto di un evidente caso di trans/ciliegia.
E, in definitiva chiusa, volendo evitar dubbi e tormenti, si suggerisce, con decisione, di passare alle … nespole, ché quelle, più semplici e senza riferimenti colti e nobili, agiscono, ognuna per conto suo, pur nella lenta attesa di maturar col tempo e con la paglia; e, delle loro vicine ciliegie, sia che tirino, sia che spingano, esse nespole ”se ne fottono!”.