La disciplina sulla concorrenza
Il tema è ormai divenuto centrale a livello mondiale e l‘apertura alla Tunisia dell’area di libero scambio pone la questione come basilare per il futuro dell’economia mediterranea nella misura in cui la regione vuole mantenere un ruolo a livello internazionale.
La globalizzazione e il probabile totale rinnovamento in senso semplificativo delle norme sugli scambi non finanziari rischiano di portare a nuove inefficienze economiche. La cui conseguenza è la determinazione di nuovi vincoli di accesso al mercato e alle sue libertà.
Si rende quindi necessario un ampliamento e una reale diffusione delle norme antitrust che rappresentano strumenti opportuni di difesa per le economie più deboli e per quei sistemi paesi fondati sulle medie e piccole imprese e sul loro modo di fare sviluppo economico.
Il punto centrale èche le norme antitrust rappresentano le regole generali del comportamento lecito in un sistema economico concorrenziale aperto.
L’obiettivo della normativa e la genericità della sua applicazione permettono quindi di distinguere le norme a tutela della concorrenza da altre che disciplinano il rapporto fra imprese, quali le regole sulla concorrenza sleale o quelle relative alla dipendenza economica.
Diversamente, dalla categoria di normative a “tutela della concorrenza”, le normative di “regolamentazione della concorrenza” sono quelle che non presentano i requisiti prima detti.
Per esempio, gli art. 81 e 82 CE costituiscono norme di tutela della concorrenza, al contrario, gli art. 86 e 87 CE e segg., tutelano invece la creazione di un ambiente in cui le imprese di differenti stati possono agire senza essere discriminate sulla base della loro nazionalità, sono norme di regolamentazione, come a suo tempo affermato dal, all’epoca, Commissario Mario Monti.
Articolo pubblicato su “Il Dialogo Mediterraneo” di aprile 2008 (www.ildialogomediterraneo.it)