Numero 57 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one

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di Franco Marmello

 


Come ci dobbiamo comportare con un interlocutore timido, titubante, dubbioso? Come possiamo aiutarlo a vincere le sue resistenze nei nostri confronti?

  • Quando l'interlocutore è timido - In occasione di un qualsiasi tipo di confronto mirato a decidere di qualcosa, quando chi abbiamo di fronte ci appare vergognoso, imbarazzato, per nulla aggressivo; generalmente lo definiamo timido. Ci rendiamo conto che questo compagno di viaggio ha particolari difficoltà a prendere una decisione e che, nell'intimo, desidera che siamo noi a decidere per lui.

 

    •  Cosa fare? - Cosa possiamo fare per condurre in porto il processo di comunicazione intrapreso? Definiamo intanto il nostro obiettivo che é, naturalmente, quello di aiutare il nostro interlocutore a sentirsi più sicuro, senza sostituirci a lui. Riflettiamo su come comportarci per raggiungere il nostro intento di soccorso. La prima mossa da fare è quella di dimostrare una ragionevole approvazione nei confronti della titubanza riscontrata, condividendo sinceramente l'atteggiamento di prudenza manifestato nel programmare e pensare prima di prendere una decisione.

       

    • Coinvolgere e consigliare - Possiamo tentare di ottenere la partecipazione di chi ci ascolta solo dimostrando di essere interessati a quanto ci sta dicendo e cercando di farlo partecipare a quando diciamo noi; coinvolgendolo nella maniera che ci sembra più appropriata alle sue specifiche caratteristiche umane; fornendo con decisione un consiglio quando richiesto. Le persone timide (di loro stiamo parlando in questa puntata di comunicare secondo natura) sono in difficoltà nel fare una scelta. Se noi che riteniamo di avere qualcosa da dire siamo insicuri nel fornire un consiglio, le cose non potranno che peggiorare.


    • Quando avranno deciso grazie al nostro parere, aiutiamo queste persone a convincersi di aver scelto per il meglio, a prescindere dalle titubanze e dai dubbi che le avranno tormentate durante l'analisi delle varie alternative.

     

    • Senza pressioni, con tolleranza e tatto - Non facciamo pressioni, però. Esponiamo chiaramente il nostro punto di vista. Ascoltiamo attentamente i loro dubbi, le loro perplessità. Non sfuggiamo alle loro obiezioni; essere sfuggenti o superficiali di fronte alle loro titubanze o fare eccessive pressioni, crea soltanto ostilità e può compromettere il rapporto. Anche se fare pressione a volte sblocca la situazione e induce le persone timide a prendere finalmente una decisione, queste stesse persone potranno - in seguito - sentire la  risoluzione come poco saggia.


    • Rassicuriamo i timidi - Rassicuriamoli perché hanno bisogno di aiuto psicologico; in modo particolare dopo aver deciso.

     

      • Infine sforziamoci di essere tolleranti - Nessuno è perfetto, nemmeno gli interlocutori che noi abbiamo deciso di convincere. Impariamo a sopportare  la loro eventuale, estenuante timidezza; anche se consideriamo questa loro caratteristica un clamoroso handicap per il futuro della trattativa in corso. Non mostriamo troppo chiaramente il nostro dispiacere e la nostra delusione. Impariamo a fare tutto questo con sincero interesse umano per la persona che abbiamo di fronte.

       

      CON  GLI INTERLOCUTORI TIMIDI
      CI VUOLE  MOLTA  DETERMINAZIONE
      MA  ANCHE  MOLTO TATTO

       

       

       

      Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano.
      www.bottegadelcambiamento.it