Recensione del libro “Vino di vite e Olio di oliva”
La visione politico-economica che pervade il volume Vino di vite e Olio di oliva (FrancoAngeli 2010), a cura di G. Monti, V. Porcasi e G. Pulicheddu, pur esplicitandosi in una lettura tecnica – volta principalmente a rilevare l’apparato legislativo e giuridico che, in campo vitivinicolo e oleario (regionale, nazionale e internazionale), si applica a questo duplice settore anche in relazione alle richieste e le norme della Comunità europea – non esclude il punto di vista antropologico, che inequivocabilmente emerge, trattandosi di due elementi/alimenti che da sempre connotano una specificità mediterranea e che grazie a queste peculiarità continuano ad affermarsi nel contesto internazionale.
È come dire che alle qualità intrinseche dell’olio e del vino, alle loro qualità organolettiche, frutto di processi di controllo e di selezione che ne garantiscono l’odierna eccellenza nel contesto del mercato globale, si aggiunge la “risorsa” della loro storia, che rimanda agli antichi popoli mediorientali, ai fenici, ai greci, ai romani, agli arabo-normanni; tutti popoli soggiogati dall’ebbro profumo del “succo di uva” e dalla limpida scioglievolezza del gusto dell’olio.
Non a caso, un cospicuo capitolo del libro (per la precisione il terzo) è dedicato alla Sicilia, e in particolare alla provincia di Trapani, territorio in cui l’amalgama tra qualità e tradizione, inserito nel contesto dei normati moderni processi di produzione, ha permesso l’attribuzione e la registrazione dei vari D.O.P. e D.O.C.; registri che sono le odierne sentinelle che, a vantaggio del consumatore, richiamano il sistema di protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli ed alimentari.
Per altro, la stretta tecnica che in questo senso precisa il sistema normativo è molto attenta e puntuale. Nelle pagine si ritrovano i problemi riguardanti la rintracciabilità dei prodotti, la filiera di produzione, la gestione di garanzia e conoscenza del prodotto e delle aziende produttrici; il che rende il volume un vero e proprio “Manuale” per conoscere, sia per l’olio e che per il vino, i percorsi di sviluppo in campo economico e sociale.
Ma il segnale più significativo è quella indicazione di saperi che connotano questi due prodotti: cultura millenaria, che ha permesso per entrambi l’assunzione di un significato simbolico e rituale; senza dire dell’individuazione delle loro proprietà salutistiche e terapeutiche.
Un libro, dunque, davvero da leggere nell’ottica – oggi assolutamente partecipata – di vettore di una diffusa conoscenza perché tutti si possa essere consapevoli del sistema globale che investe la tutela dell’ambiente, la salute e l’interesse dei consumatori.
Annamaria Amitrano, Professore ordinario di Etnostoria nell’Università di Palermo, Presidente di CIE.