Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one
A volte i nostri interlocutori ci appaiono eccessivamente spavaldi; ecco una nuova tipologia di persone difficili: ottimi oratori e pessimi ascoltatori; spesso nascondono, con un atteggiamento sostenuto e brillante, una profonda insicurezza...
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Dalla timidezza alla spavalderia - Sono due le tipologie di interlocutori finora presentate in questa serie di riflessioni sulla comunicazione, mirate a comprendere il carattere del nostro target: i timidi e i diffidenti. Li avete osservati? Avete riscontrato nei loro comportamenti le caratteristiche indicate in questa guida? Cosa avete fatto per affrontare il problema? State imparando ad aiutare i timidi a diventare più sicuri? State imparando ad aiutare i diffidenti a non arenarsi sulla loro paura di credervi e a non perdere l'opportunità di interagire con voi in modo costruttivo? Niente di più difficile, vero?! Ma andiamo avanti e analizziamo una nuova tipologia di eventuali interlocutori: gli spavaldi.
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Ottimi oratori e pessimi ascoltatori - Quando vediamo i nostri collaboratori, i nostri capi, i nostri clienti, i nostri figli, le persone del nostro cuore troppo spavaldi siamo presi da preoccupazione. Come detto, si tratta di ottimi oratori e pessimi ascoltatori. Questo rende molto difficile per noi interloquire allo scopo di servirli con proposte, idee, principi negoziali. Difficile perché il nostro ego (prima di essere parenti, colleghi, partner di mercato siamo individui) viene colpito a morte: ci sentiamo impotenti, impossibilitati a offrire l'aiuto che proprio con la loro manifesta spavalderia gli interlocutori ci stanno chiedendo. Gli spavaldi tentano sempre di essere padroni della situazione: senza rete, come dei trapezisti incauti. Il nostro obiettivo questa volta é far capire che ci siamo, che li comprendiamo e che, senza umiliare il loro tentativo di essere brillanti, riusciremo a farli uscire dalla loro insicurezza; riusciremo ad aiutarli a non aver più bisogno di quella reazione obbligata dal loro carrattere:una pericolosa fonte di stress per loro e per noi.
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Che fare? - La prima cosa da fare é non disapprovarli in partenza per quel comportamento così spavaldo che manifestano. Ciò metterebbe la loro naturale spalvaderia al servizio di una reazione difensiva immediata e impedirebbe il dialogo. Non ce la darebbero vinta, assolutamente. Poi bisogna cercare di condividere, per quanto possibile, principi e valori comuni: difendiamo sempre il principio della questione, mai la nostra posizione. Non facciamoci fregare dall'entrare in lunghe discussioni, se non strettamente necessario; discutere spesso snerva, stressa, logora i rapporti. Evitiamo di interromperli mentre parlano, non cadiamo nella trappola dell'intolleranza; restiamo pazientemente sul tema, portiamolo avanti a ritmo costante; se é un buon tema per noi e per loro e ci crediamo, lo riconosceranno: non c'é spavaldo che tenga quando un tema é utile e valido sia per chi parla che per chi ascolta. Otteniamo la loro partecipazione mostrandoci interessati a quanto affermano, con domande intelligenti e senza battute. Dimostriamoci sempre onesti nel riconoscere i nostri errori, le nostre gaffe; altrimenti ce li faranno presenti loro (spavaldamente); onesti anche nel dialogo. E ascoltiamoli bene questi terribili spavaldi, dimostrandoci colpiti dalle loro esperienze e conquiste. La loro spavalderia, in fondo, é una richiesta di attenzione.
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Convinciamoci che la spavalderia dei nostri interlocutori non é contro nessuno, tanto meno contro di noi...
SE IL LORO ATTEGGIAMENTO SPAVALDO
CI DARA' TROPPO FASTIDIO
E PROVOCHERA' ANTIPATIA
DA PARTE NOSTRA NEI LORO CONFRONTI
(quando questo fa così lo strozzerei...!)
LA NEGOZIAZIONE SI RISOLVERA'
IN UN VERO E PROPRIO DISASTRO!
Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano.
www.bottegadelcambiamento.it