Numero 26

CORDOBA, LA MOSCHEA PIÙ GRANDE D’EUROPA

 

Dieci secoli di armonia stilistica islamica e cristiana - Da “IL FINANZIERE”

 Giulio Rosi

MOSCHEA DI CORDOBA

http://www.mondoitaliano.net/web/img_articoli/big/20070104223334.jpgGli spagnoli ne vanno orgogliosi, quasi come i romani per il Colosseo, l’Unesco la considera patrimonio dell’Umanità e lo scrittore inglese Gerald Brenan l’ha definita il più bello ed originale edificio della Spagna.

Per le migliaia di turisti che la visitano quotidianamente, vivendo emotivamente il passaggio tra l’essenzialità estetica del suo aspetto esteriore ed un interno che toglie il respiro, rappresenta ogni volta una sconvolgente sorpresa.

Stiamo parlando della grande Moschea-Cattedrale di Cordoba; un edificio orizzontale sviluppato su 23.000 metri quadrati di superficie, considerato per estensione il terzo monumento islamico del mondo, e per le sue dimensioni e l’originalità delle ardite soluzioni architettoniche il più importante d’Europa. Una struttura formata da una foresta marmorea di oltre 500 colonne con altrettanti archi sovrapposti uno sull’altro su capitelli corinzi e migliaia di travi finemente lavorate - che nel loro rincorrersi, raggiungersi ed intrecciarsi sembrano sfidare le leggi della statica e della gravità.

Nel suo interno si armonizzano influenze romaniche e visigote, con ispirazioni siriane, persiane e bizantine, unitamente a quella nuova forma d’arte ispano-mussulmana definita “califfale, che apre la strada a nuove forme di convivenza espressiva fra oriente e occidente.

Reperti salvati dall'asta

Di questo mausoleo, edificato più di dieci secoli fa dal califfo Abderramán sui resti di una chiesa visigota, e più volte arricchito con apporti architettonici delle epoche attraversate, si è parlato recentemente sulla stampa internazionale poichè cinque travi, sicuramente provenienti dalla Moschea, stavano per essere battute dalla celebre casa d’asta londinese Christies, ad un prezzo unitario compreso fra 146.000 e 438.000 euro.

Ovviamente la notizia ha fatto scalpore, soprattutto in Spagna, perchè ha ulteriormente minacciato l’integrità di questo importante monumento, più volte sottoposto a piccoli saccheggi nel corso dei tempi. Difficile ricostruire il percorso di questa ultima vicenda, iniziata verso la fine del XIX secolo, quando le travi vennero prelevate dalla moschea e depositate in un magazzino attiguo al palazzo vescovile di Cordoba in attesa di essere restaurate.

L’inchiesta della polizia non ha chiarito come, quando e da chi i pezzi vennero trafugati e venduti a dei collezionisti privati. E forse non si saprà mai. Tuttavia le autorità spagnole si sono attivate, riuscendo a bloccare l’asta ed avviando una trattativa diretta per il recupero dei preziosi reperti. Va detto comunque che le travi recuperate non basteranno a restituire una completa integrità al monumento, dal quale mancano ancora molti pezzi, sottratti in epoche diverse senza però che la struttura, ridondante di geniali decorazioni e successive sovrapposizioni di stili, abbia complessivamente perduto il suo fascino e il suo antico splendore.

Senza dubbio la costruzione di una cattedrale cristiana - realizzata con tanto di campanile nel XVI secolo al centro della struttura originale, dopo la riconquista della città avvenuta nel 1236 - ha conferito al complesso una rassicurante aria nostrana, togliendogli parte di quella intrigante vibrazione che accompagna tutto quello che è esotico e che sfugge alla nostra immediata comprensione. Ma l’effetto finale è rimasto intatto. Anzi si può dire che, attraverso la miscela di elementi culturali e religiosi apparentemente contrastanti, l’edificio si sia arricchito di inquietudine, favorendo una lettura cronologica delle sue vicende storiche, fra le quali figura perfino la sua utilizzazione come “pantheon” per la sepoltura di alcuni re spagnoli.

Armonia di religioni

Ma fu solo nel 1523, che le autorità ecclesiastiche, con l’appoggio di Carlo V, nonostante l’opposizione del consiglio cittadino, fecero costruire la grande navata delle Cattedrale che tuttora domina il corpo centrale del complesso, conferendogli l’insolito aspetto che costituisce uno dei maggiori richiami etici e culturali, assieme ad alcune vistose anomalie di carattere islamico che contribuiscono ad aumentare la curiosità dei visitatori.

La Moschea, infatti, per volere del sultano Abderramán I, che provava grande nostalgia per la sua natìa Siria, non è orientata verso la Mecca come vuole la tradizione musulmana, ma verso la Moschea di Damasco. Inoltre, per decisione del sultano Almanzor, il “mihrab”, o luogo di preghiera, risulta insolitamente decentrato rispetto a quello delle moschee tradizionali, in quanto sul lato sud della Moschea scorreva e scorre il fiume Guadalquivir , mentre il lato est era occupato dal palazzo della Califfa.

La magia della luce 20070104223723.jpg

Per un visitatore qualunque, privo di specifiche capacità analitiche, la Moschea-Cattedrale di Cordoba a prima vista non offre un effetto impattante, collocata com’è in un’area priva di diretti confronti dimensionali, che ne diluisce i contorni sullo sfondo dell’orizzonte cittadino.

Però, dopo aver varcato uno dei suoi piccoli ingressi, viene risucchiato da una tenue luminosità, proveniente da una cupola ancora non visibile e convogliata con misteriosi rimbalzi ottici attraverso il labirinto di colonne, le quali sembrano avanzare verso il visitatore intrappolandolo in una magica atmosfera senza tempo. Gradualmente, mano a mano che la vista si adatta - procedendo lentamente nella selva di colonne che si ramificano verso l’alto in forma di archi bianchi e rossi, come fronde collocate in bilico sul vertice dei tronchi, senza mai arrivare a toccare il soffitto - dalla silenziosa penombra cominciano ad emergere i dettagli di una genialità estetica praticamente inesauribile, ricca di armoniosi effetti cromatici, anche se a volte elegantemente imbrigliata dalle limitazioni rappresentative imposte dalla fede islamica.

Poi una maggiore luminosità annuncia che si è entrati nella navata centrale, considerata la zona più nobile della Moschea attraverso la quale si arriva al “mihrab”, davanti al quale i fedeli invocano la misericordia divina, e alla “macsura”, dove per otto secoli, tanto durò la loro illuminata dominazione, si prostrarono in preghiera gli emiri e i califfi che governavano Cordoba. A questo punto l’immersione ambientale può dirsi completa, e la straordinaria bellezza dei mosaici esplode nei suoi autentici colori, stagliandosi sui riflessi dorati delle ceramiche, sulla rigogliosa vegetazione di arabeschi che si rincorrono agilmente sulle pareti, e sulle lettere dell’alfabero latino occhieggianti fra le tipiche decorazioni cristiane che formano affreschi di figure, motti e parole a carattere religioso. Poi l’arte si libera leggera in una successione di esempi a volte stilizzati, evocata di volta in volta con elementi di stile gotico, rinascimentale e barocco, che marcano il passare del tempo come in una sequenza filmica. Una volta completata l’immaginaria carrellata sulle pareti, come attratto dalla luce lo sguardo finirà col rivolgersi verso l’alto, scoprendo la magnifica cupola decorata con brillanti tasselli che simulano un firmamento. Una porzione di cielo che la presenza delle stelle farebbe presumere notturno, ma paradossalmente accecante come la luce del giorno che l’attraversa, spegnendosi subito, come assorbita dall’ interno buio e vellutato della Moschea-Cattedrale.

Un monumento che Cordoba, come futura Capitale Europea della Cultura, intende valorizzare anche sotto il profilo etico, perchè ha convertito le differenze di stile in un suggestivo elemento di armonia e di pacifica convivenza fra etnie e religioni diverse.