Un ibrido tra SecondLife e GoogleEarth?
Nòva, Ilsole24ore, 24 giugno 2007.
di Roberto Vacca
Su Technology Review, la rivista dell’MIT (numero di Luglio), Wade Roush immagina un futuro ibrido fra GoogleEarth e SecondLife. La prima è la raccolta delle immagini di tutta la superficie terrestre prese da satellite o da aerei, visibile anche con definizione a un metro e sempre più largamente offerta da Google in tempo reale. SecondLife è il mondo on line in 3D, in cui l’utente sceglie un nome e una personalità (avatar), la disegna e poi incontra altri avatar, gioca, balla, costruisce, compravende case, veicoli, negozi, parchi, nightclub, vestiti.
Lo scopo di questa convergenza sarebbe quello di introdurre mappe realistiche nel mondo finto di Secondlife o di entrare col tuo avatar nel mondo Google (immagine di quello vero). Sarebbe un primo passo verso un vasto ambiente digitale che funzioni come un Internet in 3D. Vedremmo il mondo non come un universo, ma come un metaverso. Quasi tutti parteciperanno a questa esperienza, se, come anticipa Gartner (l’istituto di ricerche tecnologiche – speriamo che sbagli!), entro il 2011 l’80% degli utenti di Internet e delle aziende più grosse saranno entrati in Secondlife.
Sarei tentato di incasellare questa innovazione fra le americanate (come si diceva un tempo). Ma l’Aimee Weber Studio ne ha realizzato una versione per conto della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’Ente USA di meteorologia fondato nel 1807. E’ un’isola virtuale accessibile (laboriosamente – ti devi inventare un tuo nome finto, etc.) attraverso il sito di SecondLife. Il tuo avatar vola con un aereo virtuale entro un uragano. Cammina entro una mappa meteorologica fornita in tempo reale da NOAA. Sale a 20 km di quota in un pallone sonda. Entra in un ghiacciaio che si scioglie o in una caverna marina profonda. E che cosa capisci? Poco, se non sai già di fisica e meteorologia. E’, dunque, un modo di degradare la diffusione di conoscenza a livello di un parco di divertimenti a tema. Vedi immagini e macchie di colore, ti illudi di imparare qualcosa, ma non è così. Nel 1984 andai col mio primo figlio diciassettenne a EPCOT (Experimental Project City of Tomorrow). Fummo delusi. Un grande padiglione ENERGIA fatto dalla EXXON mostrava bellissimi pupazzi animati (dinosauri che brucavano erba “all’epoca in cui si erano formati da fonti organiche i giacimenti petroliferi”) – effetti audio perfetti, ma nessuna spiegazione di che sia e come funzioni l’energia. Classifico questa eventuale invenzione come IWNAMAWNAPITN (Inventions We Need as much as We Need a Pain in the Neck = “Invenzioni desiderabili quanto il torcicollo”).
Invece avrà qualche utilità la “realtà aumentata mobile”: la Nokia studia un telefono cellulare con telecamera, GPS, sensori, bussola, che sovrappone scritte alle immagini reali. Se lo miri a un fabbricato, te ne appare il nome con informazioni sulla struttura e sugli uffici che contiene. I dati vengono da sensori sul posto o da una base dati centrale. La tecnologia attuale è adeguata a realizzare il sistema, ma le reti di telefonia mobile l’hanno ancora adottata.
Un’iniziativa simile è proposta da Wikipedia. Puoi scaricare un articolo Wikipedia (o fornire un tuo testo) e al sito www.semapedia.org ne chiedi la traduzione su un adesivo con codice a barre leggibile da cellulari. Ricevuta la targhetta e ottenuto eventuale permesso, l’attacchi vicino al monumento o al negozio descritto, offrendo al pubblico un servizio gratuito.