Dell'accoglienza
Il trattato di amicizia fra Italia e Libia che pochi giorni or sono è stato celebrato in Italia affonda le proprie radici nella necessità di riconoscere le responsabilità italiane per il trattamento riservato alle popolazioni libiche di qualsiasi componente sociale e religiosa fra il 1912 e il 1943.
Il coraggio di ammettere i propri torti è stato accompagnato poi dalla individualizzazione di un concreto intenso programma di realizzazioni che vanno dalla creazione dell'università Italo Libica, alla realizzazione di numerose opere civili pubbliche, con fondi Italiani spendibili attraverso l'affidamento dei relativi incarichi realizzativi ad imprese e consorzi Italiani che si innestano nel più ampio processo degli investimenti Libici in Italia, in settori strategici. Tale processo di maturazione e di coraggio civile fu a suo tempo impostato dal Presidente Andreotti, sviluppato dai Governi Dini, D'Alema e Prodi e poi concluso dall'Ultimo.
NON SOLO, IL NOSTRO PAESE HA ATTIVATO NEL TRATTATO LA CONCESSIONE A FAVORE DI STUDENTI LIBICI DI NUMEROSE BORSE DI STUDIO. IL TEMA E' ESTREMAMENTE IMPORTANTE STANTE IL FATTO CHE SIA PURE CON UN NOTEVOLE RITARDO RISPETTO A QUANTO FATTO DA FRANCIA, GRAN BRETAGNA,STATI UNITI GERMANIA, GIAPPONE SI CONCORRERA' FINALMENTE ALLA FORMAZIONE DELLA FUTURA CLASSE DIRIGENTE LIBICA E SAPPIAMO BENE QUANTO LA FORMAZIONE, possa già dalla semplice conoscenza linguistica consentire lo stabilimento di un legame anche psicologico fra l'apprendista e il suo maestro, in tal caso il suo maestro, essendo la conoscenza dell'italianistica.
Ha ragione il Leader della rivoluzione libica quando afferma che c'è voluto molto coraggio da parte del paese tutto e non da parte del solo Capo del Governo, cioè dal Parlamento e dal Presidente della Repubblica far diventare il Trattato legge della Repubblica. La festa del 30 agosto è stata la festa degli italiani e dei libici. Gli italiani una volta cacciati erano alla cerimonia e alla cena i rappresentanti delle varie asociazioni degli italiani cacciati così come i discendenti di quegli ebrei libici e di quei tunisini che a Giado avevano corso il rischio di essere stermitati tutti come era stato ordinato ai loro carcerieri, leggere al riguardo gli scritti di Eric Salerno.
Quando l'Italia lasciò la Libia, il cittadino libico arabo residente giovane aveva come livello d'istruzione media la quinta elementare.
La rivoluzione del Colonnello ha rimesso in cammino quel paese, principiando dalla messa in estrazione del petrolio, pur individuato dai valenti ingegneri italiani, cui era stato risposto dal governo dell'epoca: non abbiamo il denaro per comprare le macchine da estrazione!
Le scuole finalmente aperte alla frequenza di tutti i residenti, la libertà di culto per i fedeli delle religioni abramitiche assicurata, al punto che quando chiesi di recarmi in Libia per ragioni professionali alla fine degli anni '80, ottenni il visto solo dopo aver presentato il certificato di battesimo.
La evocata prospettiva di un'Europa islamica non si colloca se non che in chiave demografica,essendo prevedibile il sorpasso nell'arco di un cinquantennio, profittando anche della laicità a tutti i costi voluta attraverso la rinuncia ai fondamenti valoriali ebraico cristiani e poi a quelli di matrice giuridica romanistica.
QUESTIONE TIPICA delle società occidentali e non propria delle società ortodosse, dove i due soli non si sono mai realmente separati.
E' stata quella del 30 agosto festa di popolo e di carabinieri, lo squadrone di cavalleria magistralmente capace di far vedere l'efficacia di una scuola di altissima classe,accompagnata dai lussureggianti e bellissimi puledri libici, ancora storditi per il lungo viaggio.
La Libia estremamente estesa per territorio e con un numero di abitanti relativamente modesto, che per potere realizzare la propria rivoluzione culturale economica e sociale deve avvalersi di quasi quattro milioni di stranieri che hanno trovato un futuro in quel paese talora come docenti universitari a Misurata o/e in altre università, talora come insegnanti, talaltra come braccianti o muratori, commercianti o artigiani o imprenditori. Chi entra in Libia ha tre mesi di tempo per trovare un impiego e ottenere il permesso di soggiorno, mentre nei campi di raccolta si ha la sicurezza di un pasto caldo e di servizi adeguati ad un contesto nel quale facilmente d'estate si raggiungono i 49 gradi centigradi,specie quando soffia il vento del deserto che trasforma il cielo azzurro in un manto di sabbia, ma ciò vale per tutti
e non solo per gli stranieri.
Cessato il regno, è stato necessario creare lo stato, innanzi tutto estendendo all'intera popolazione la capacità di esprimere la scala dei bisogni da soddisfare e di definire la propria identità in un contesto unitario, in un quadro fino a quel momento indefinito, per il prevalere di componenti esterne. Eliminata la presenza esterna, si è fatto ricorso in maniera selezionata a consulenti tecnici e imprese prevalentemente operative nel settore delle costruzioni civili e delle estrazioni, per rendere fruibile il territorio e per consentire lo sviluppo di notevole introito dal settore petrolifero al fine di consentire il pagamento delle risorse da importare dall'estero.
Beni di largo consumo dalla Tunisia e servizi dall'Egitto.
Realizzato ciò, il Leader della rivoluzione ha dato vita a poderoso programma di edilizia urbana, al fine di assicurare un alloggio adeguato alla Sua popolazione e nonostante il ventennale embargo dovuto a fattori internazionali incominciare a far rientrare in azione le attività commerciali e di distribuzione, prima attraverso supermercati e poi attraverso la ripresa dell'iniziativa privata e la nascita di apposite leggi dirette a consentire una adeguata ripresa degli investimenti stranieri, accompagnando tale azione con la ripresa sul territorio di un qualificato turismo archeologico e religioso, teso alla valorizzazione dei giacimenti culturali colà esistenti- Apollonia, Cirene, Sabrata, Leptis Magna, il Fezzan, i villaggi dei nostri architetti futuristi, solo per citarne alcuni.
Tuttavia, in un paese dove l'acqua dei pozzi artesiani anche in zona costiera richiede per essere raggiunta scavi per almeno 280/300 metri di profondità, occorreva affrontare il problema dell'acqua. La soluzione in atto è stata immaginare la captazione e la adduzione dell'acqua dell'epoca pliocenica proveniente dai confini meridionali del Paese attraverso la realizzazione di un immenso acquedotto, accompagnato su un diverso piano dalla messa in sfruttamento delle riserve di gas naturale, al fine di passare dalla politica di mero sfruttamento delle risorse ad un piano di politica energetica riproducibile e alternativa adeguata e sostenibile. Da ciò il passo è stato breve ad avviare la politica della c.d. green economy, fondata sulla ripresa delle coltivazioni agricole intensive, nelle zone possibili, dalla riforestazione di intere aree partendo dalla Cirenaica, spalancando le porte alla produzione di energia solare, in ciò pienamente in linea con le priorità dell'Unione Europea nel suo programma di transizione al 2020.
Intanto, superata la crisi nei rapporti internazionali il Paese ha assunto ruoli e funzioni internazionali sempre maggiori sia nel campo della tutela dei diritti umani, sia nell'ambito dell'OUA Organizzazione per l'Unità Africana, facendosi carico anche finanziario di iniziative dirette a migliorare le condizioni di vita nei paesi limitrofi anche attraverso la sponsorizzazione di iniziative di volontariato: Tale disegno non ha fini neo colonialistici ma si ricompone in un quadro regionale di politica esterna verso l'Africa subsahariana, condotta con l'Unione maghrebina araba- UMA, non essendo un caso che l'attuale Ambasciatore tunisino a Tripoli, un grande medico, sia presidente, inter alia, dell'associazione tunisina giovani medici senza frontiere.
L'argomento porta a trattare la questione dei migranti dall'Africa che attraversano, in un viaggio della speranza, il deserto e poi il mare mediterraneo, provenienti dai "last developped countries"- LDC . Indagini puntuali hanno dimostrato come trattasi di persone in proporzione altamente istruite, che rinunciando ad una qual certa ricchezza economica, priva di funzioni di rilevanza sociale e politica , viaggiano alla ricerca di una nuova dignità propria dell'essere umano portatore naturale di diverse dimensioni, che appellandosi ad un diritto naturale delle genti ad aver un'alta qualità della vita includente il riconoscimento della irrinunciabile funzione sociale di ciascuno,si avviano alla ricerca del proprio diritto a partecipare alla costruzione di mondo nuovo, non violento e partecipativo e quindi onnicratico.
Nel terzo -quarto secolo dopo Cristo la ricerca delle genti dell'Asia settentrionale fu indirizzata dall'Impero Cinese verso il ricco e cadente impero romano, oggi la memoria di un mondo coloniale bianco e classista, vissuto come paradisiaco, spinge genti dei diversi continenti alla ricerca di una similare aspettativa di vita.
Il mondo globalizzato ci insegna che dinanzi ad un problema globale la risposta non possa essere che globale. Da alcuni anni le Nazioni Unite hanno invitato l'Europa a fare sistema con i paesi suoi nuovi vicini creando la "wider european integration" attraverso la creazione di un "pan economic european space", non militare, ma utile alla creazione di un nuovo sistema produttivo capace di riproporsi come competitivo e concorrenziale nei confronti dei BRIC nuovi colossi dell'economia mondiale; riducendo così i costi di produzione, servendo un mercato interno di dimensioni adeguate, disponendo di una quantità di risorse naturali, servizi e prodotti finiti capaci di servire il mercato mondiale sulla base di politiche commerciali, tributarie, monetarie, sociali adeguate ed omogenee nonché di qualità e standard elevati, sulla via di un confronto specialistico e non violento - si pensi alle società sino francesi e sino italiane per la produzione di vino in Cina.
L'invecchiamento demografico richiede all'Unione Europea l'inserimento di sempre nuovi soggetti che sostituiscano e integrino i fattori umani della produzione e del vivere civile, sempre meno presenti. Ma la società civile europea non ha le condizioni anche territoriali per accogliere hic et nunc una sterminata massa di soggetti che si muovono nello spazio.
Accogliere, significa soddisfare sin da subito i bisogni fondamentali dei nuovi venuti: abitazione, alimentazione, vestizione, locomozione e contestualmente il diritto al lavoro congeniale e adeguato, all'amore e alla previdenza e assistenza: da qui l'esigenza espressa dalle Nazioni Unite e dall'Unione Europea di intervenire costruendo nuovi modelli produttivi e di organizzazione sociale negli LDC, atti a migliorare la qualità della vita e a tutelare la dignità dell'essere umano, quindi a formare quei quadri e quei portatori di funzioni che prontamente possano essere inseriti a pieno titolo nel contesto sociale, umano e produttivo dell'Europa.
In questo senso si muovono le politiche migratorie italo libiche e le trattative in corso fra la Libia e l'Unione Europea per il finanziamento dell'accoglienza dei migranti in Libia e per l'intervento assistenziale nei paesi viciniori di cui si è detto. I cinque miliardi di Euro richiesti da S.E. Muammar Al Kaddafi sembrano forse tanti, ma a ben vedere si tratta di un intervento non solo finanziario, bensì di assistenza anche tecnica completa e sinergica volta verso un mondo che abbisogna di tutto, composto da alcune centinaia di milioni di persone umane, da educare alla nuova cittadinanza mondiale, che il futuro mondo unito cui tutti aspiriamo, comporta e richiede.
Occorre evitare che il buonismo ricorrente consenta il ripetersi delle tragiche vicende conseguenti alla caduta del muro di Berlino nei paesi passati da un giorno all'altro dall'economia collettiva al capitalismo più sfrenato, travolgendo in un istante tutto quel bene comune che il socialismo reale aveva con sé: la solidarietà, id est case per anziani, appartamenti per le giovani coppie, istruzione gratuita e garantita, ferie pagate al mare, nelle SPA o in montagna, asili nido, attività ludiche o sportive di massa , assistenza medica e sanitaria, pensioni e lavoro garantito, assistenza ai diversamente abili. Ciò che oggi con gli stati sempre più poveri è riservato in larga misura all'economia etica e alla "CSR - Corporate social responsability".
Occorre sempre aver presente la grande lezione del Presidente Mao, dopo la grande marcia, quando si trovò a ricostruire il suo paese, privato anche della dignità della sua sovranità, nel soddisfare i bisogni primari della sua gente ad ogni costo, avendo contro il resto del mondo.
Passo dopo passo oggi La Cina sta riprendendo quel PIL che aveva al tempo della guerra dell'oppio, così la Libia come tutto il Magrheb è in cammino per superare la storia coloniale che ha subito e l'Europa dopo il fallimento del processo di Barcellona non deve fallire nelle nuove politiche di vicinato nell'ambito dell'UPM- Unione per il mediterraneo, perché il fallimento del attuale programma ENPI sarebbe come affermato dalle nazioni unite il fallimento dell'Unione stessa.
Peraltro, la politica di vicinato non può trascurare il futuro dei Balcani occidentali, perché nel mediterraneo globale il cammino comune verso una casa comune è l'unico antidoto in termini giuridici ed economici alla colonizzazione dei più avveduti protagonisti oggi dell'economia mondiali, in crisi per molti, ma non per loro.
La politica di vicinato richiede poi il continuo travaso di conoscenza fra i vari partecipanti al processo, ben gradite siano quindi le visite dei relativi capi di stato e di governo, gli scambi culturali reciproci la coltivazione di nuovi centri di ricerca sul modello dell'accademia libica in Italia , ottimamente diretta dal Prof. Ibrahim Magdud,
che apre la propria offerta formativa e conoscitiva anche a Roma, la rinascita della scuola giuridica di Byblos, lo sviluppo di centri per il negoziato e la conciliazione a Mazara, Gorizia, Tunisi e Beyrut, la conoscenza dei testi religiosi e letterari nelle singole lingue, con la presentazione degli autori fondamentali in termini di reciprocità ivi incluse quelle fondamentali dell'attuale Pontefice, che costituiscono la base per un processo di sviluppo fra pari dignità, finalmente capaci di riconoscersi nella comune discendenza da Noè.
Felice in tal senso l'insegnamento solidaristico e partecipativo espresso in Tunisia, così come in Libia; così come in Libia si sta procedendo alla restituzione dei beni presi in custodia agli aventi diritto a suo tempo allontanati e alla equa liquidazione dei crediti degli operatori, costretti ad allontanarsi all'epoca della crisi internazionale.
Non è da passare sotto silenzio poi l'iniziativa diretta alla risoluzione del conflitto Israele-Palestinese di tipo federalista, chiamata ISRATIN, PROPOSTA tre anni fa dal Leader libico, di cui si sta tenendo ampio conto nei colloqui voluti dal Presidente Obama: indiscutibilmente, peraltro l'individuato modello federativo sta trovando buone applicazioni nell'ambito del superamento dei conflitti nei Balcani occidentali ed utile strumento operativo per le Nazioni Unite nella Palestina, anche per l'avvio degli strumenti di diALOGO sociale, nell'ambito delle nuove competenze attribuite alle autonomie locali dall'UFFICIO INTERNAZIONALE DEL LAVORO DI GINEVRA.
Vincenzo Porcasi: commercialista, anni 63. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, specializzato in questioni di internazionalizzazione di impresa, organizzazione aziendale, Marketing globale e territoriale. Autore di numerosi saggi monografici e articoli, commissionati, fra l’altro dal C.N.R.-Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero del Lavoro. Incarichi di docenza con l’Università “LUISS”, con l’Università di Cassino, con l’Università di Urbino, con l’Università di Bologna, con la Sapienza di Roma, con l’Università di Trieste, e con quella di Palermo nonché dell’UNISU di Roma. E’ ispettore per il Ministero dello Sviluppo economico. Già GOA presso il Tribunale di Gorizia, nonché già Giudice Tributario presso la Commissione Regionale dell’Emilia Romagna.