Numero 61 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

A Lea, la donna de “IL CONCERTO”

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di Vincenzo Porcasi

 

 

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IL SIMBOLO DEL COMUNISMO SAREBBE IL CONCERTO, afferma Filippovic il protagonista del film di Radu, che tutte le parti insieme e sulla base di una profonda pari dignità contribuissero alla realizzazione di un mondo equo e solidale. MA LA TERZA INTERNAZIONALE UCCISE I FASCI DEI LAVORATORI autorizzando LA MANO DI CRISPI, MILIONI CONTADINI STERMINATI IN RUSSIA COME IN UCRAINA.

Tuttavia, nonostante la composizione elitaria del Politburo, la ricerca sanitaria, il tempo libero, l’onere sacro di difendere il santo suolo della Russia, la casa per anziani, le ferie al mare o in montagna, gli asili anche nido per i bimbi, il lavoro assicurato, gli studi aperti a tutti : Quando cade il comunismo, l’Autore lascia sopravvivere l’Amore per Lea , per la Sua musica , per la Sua interpretazione, per la Sua fine in un concerto del Silenzio nel Gulag, nella disciplina liberatoria del dolore:L’Amore come collante unico fra esseri capaci di amare e di avere rispetto per sette note che strutturate diventano la rappresentazione concreta del Divino.

L’Amore del divino che portò Raffaello Fellah, il sognatore, a pensare al Trialogo, molto di più che non il dialogo o la tolleranza, piuttosto la convivialità che lo portò con il Presidente Giulio Andreotti a incontrare il Leader libico Kaddafi, quando MOLTI lo volevano al più morto, in qualche modo poi portandolo da Padre Ennio Pintacuda a Filaga nella Sua Università della Politica.

Ma Raffaello, presidente della comunità sefardita italiana aveva capito, come recentemente affermato da Luigi Pintor, uno dei fondatori de “Il Manifesto”, che il Leader, ad un popolo che dai tempi dei Severi aveva perduto cultura e democrazia, aveva attribuito il potere di stare insieme per discutere nelle assemblee e nei comitati POPOLARI, IL PROPRIO FUTURO.

In quello è il potere dell’amore attribuire a ciascuno il Suo, cioè a riprendere dignità, come dice Mevlana, ma anche Maimmonide e  Ghandi, non mi importa che Tu sia musulmano, cristiano o idolatra, Tu sei un essere umano perciò vieni e ti accoglierò.

Se Lea è l’universale delle donne amate, è anche Maria La piena di Grazia, con le consorelle sotto la Croce, è Giulia , è Rita, è Tatiana, è Anna, è Luciana, infiniti nomi che al di là delle scelte ideologiche scelgono l’essere umano. È da qui che bisogna ripartire per costruire un mondo globale fondato sulla partecipazione universale alla gestione della cosa pubblica, in una forma onnicratica di democrazia fondata sul rispetto della persona umana perché portatrice di un valore in sé, affinché il concerto del Lea possa riprendere, senza le soperchierie che Taluni stati impongono ai propri cittadini, con le speciali procedure in materia fiscale fondate, per esempio,  sul non diritto alla difesa.

 

 

Vincenzo Porcasi: commercialista, anni 65. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, specializzato in questioni di internazionalizzazione di impresa, organizzazione aziendale, Marketing globale e territoriale. Autore di numerosi saggi monografici e articoli, commissionati, fra l’altro dal C.N.R.-Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Ministero del Lavoro. Incarichi di docenza con l’Università “LUISS”, con l’Università di Cassino, con l’Università di Urbino, con l’Università di Bologna, con la Sapienza di Roma, con l’Università di Trieste, e con quella di Palermo nonché dell’UNISU di Roma. E’ ispettore per il Ministero dello Sviluppo economico. Già GOA presso il Tribunale di Gorizia, nonché già Giudice Tributario presso la Commissione Regionale dell’Emilia Romagna.