Numero 73 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Nei tuoi occhi ridenti

Diego Sivini

di Laura Lambiase Profeta

 

Al mattino presto del giorno quattordici del mese primaverile di Nisan, avvolto in un mantello bianco foderato di rosso, con una strascicata andatura da cavaliere, nel porticato tra le due ali del palazzo di Erode il Grande entrò il procuratore della giudea Ponzio Pilato”

Davanti a lui c'era un uomo, Jeshua Hanozri, trentatré anni, nato a Nazareth. Davanti a lui c'è un uomo il cui destino è segnato, la cui vita è tutta già vissuta, già tutta trascorsa.

Da 37 anni il secondo giorno del mese autunnale di novembre un uomo viene massacrato, lasciato sulla nuda terra, abbandonato come un mucchio di vecchi stracci. Da trentasette anni il suo ricordo viene smembrato, dissolto, liquefatto, dissacrato, offeso.

Il più grande poeta del secolo scorso è stato il personaggio più vilipeso del '900.

Pensai “ Hanno ucciso un fratello”. Pensai “Che ne sarà di noi adesso”.

Poi ricordai il suo volto, scarno, vivido, coraggioso, virile. E poi rividi il volto del suo Gesù di Nazareth. Pensai “Nulla come il Vangelo secondo Matteo lo rappresenta”.



La sua rabbia furente era coperta da un abito leggero, sinuoso, ammaliatore, seducente.

Pier Paolo Pasolini muore a Ostia il 2 novembre del 1975.

La prima pagina dell'Unità di Luca Pavolini è insanguinata da un titolo vermiglio, enorme a tutta pagina. Nell'autobus qualcuno dice che se l'è meritata quella fine.

Nel Sinedrio il sommo sacerdote Caifa, lineamenti lievi ed occhi cerulei, dichiara :

“E' giunta l'ora che dobbiamo prendere Gesù, ma con l'inganno, per farlo morire.”

Sì, quest'uomo rabbioso, che non indulge in discorsi ambigui, che si apre al confronto diretto e schietto. Che in nome della verità distrugge false credenze, antichi privilegi.

Questo giovane uomo dal cuore gentile, dai bei lineamenti catalani e dall'anima anarchica e indomabile deve essere annientato. La sua voce deve tacere.

Pasolini lo sa, ne ha la certezza come il fluire del suo sangue.

Il suo Gesù è un ragazzaccio, anche un po' egocentrico e invasato, ma che ha in odio l'ingiustizia, la protervia del potere, l'inutile crudeltà della malattia.

Si accompagna a strani individui, poveri, straccioni, pescatori. Antichi visi bellissimi in cui si perde l'azzurro degli occhi di Alfonso Gatto, la giovinezza di Enzo Siciliano, il sorriso di Natalia Ginzburg.

In Maria c'è il volto di Susanna, di una madre che ha visto uccidere il proprio figlio, il volto di chi considera innaturale sopravvivere alla propria creatura.

“Silenzio! - gridò Pilato, e con uno sguardo furioso seguì la rondine che era di nuovo volata nel balcone – Venite! - esclamò Pilato.

Quando il segretario e la scorta furono tornati ai loro posti, Pilato dichiarò che confermava la condanna a morte pronunciata nell'assemblea del piccolo Sinedrio contro il criminale Jeshua Hanozri, e il segretario scrisse quello che aveva detto il procuratore.”

Il Cristo attraversa le strade sconnesse di Matera, i suoi antichi sassi, le sue viuzze di scale e rovine.

E la gente non ha il coraggio di guardarlo in viso. Nessuno più vuol ricordare le sue parole.

E' tutto finito.

Ho sempre considerato “Il Vangelo” un film sul Potere e sulla consapevolezza di ogni rivoluzionario di dover seguire il proprio destino, a qualunque costo.

E vedo ancora il volto di Che Guevara sulla prima pagina dell'Unità del 1967, disteso, morto, tradito.

E le nostre lacrime di ragazzi che hanno sempre creduto in una rivoluzione possibile.




Ottobre 1980

A Pier Paolo Pasolini


Nei tuoi occhi ridenti

io vedevo me stessa

Lunga e strana memoria

di una vita spaccata

Il tuo cuore che scoppia

nel sorriso sgomento

La speranza si svuota

manca tutto e da tempo

Da quel giorno lontano

che ai tuoi occhi ridenti

tutto il mondo s'infranse

nell'orrore di un uomo

che non crede più in niente.


 

 

 

Laura Lambiase Profeta : Osare.
Avere il coraggio di andare contro corrente, di andare oltre, di valicare confini, di non fermarsi alla superficie. Non esiste una cultura alta ed una meno alta esiste solo la noia. Un gesto creativo senza vita, asfittico, pavido, furbo, conveniente è merda.
Laura Lambiase Profeta ha scritto di musica per "Laboratorio Musica" e "l'Unità"; ha descritto Napoli sul "Mattino" e sulla guida "dell'Espresso"; si è divertita su "Cosmopolitan".
E nata a Pontecagnano molti, molti anni or sono e vive a Napoli tra Paradiso e Provvidenza.