Numero 79 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

La formazione e la qualità: quando contano anche le piccole abilità.

 

di Eleonora Ripanti (Officine Einstein)*

Possono incontrarsi e scambiarsi di ruolo le competenze di professionalità molto tecniche con quelle dei comunicatori impegnati nel ruolo di mediatori cognitivi?
Da questa domanda che si è trasformata in una sfida prende spunto il progetto di formazione on the job che vi stiamo presentando.

In occasione del progetto CalabriaProgettazioneIntegrata che stiamo realizzando in collaborazione con il Formez Pa e con la Regione Calabria, abbiamo dato avvio a un percorso di formazione per coinvolgere nella redazione del sito del progetto una squadra eterogenea nelle competenze. 
Se l'obiettivo è molto semplice, far sì che professionalità molto tecniche si cimentino nel ruolo di produttori di contenuti per il web, il metodo utilizzato è ambizioso e si poggia sul concetto di formazione continua.

Prima di addentrarci nel merito e spiegare le diverse fasi di questo metodo, facciamo due premesse necessarie. 
La prima vede la comunicazione come una competenza da coinvolgere in ogni fase della costruzione del prodotto o del servizio. Non basta infatti che la comunicazione presieda solo la fase di promozione, ma è importante che ci sia nel resto del processo perché possa contribuire a una costruzione che sia in sé (e non necessariamente attraverso una bella brochure) comunicabile e allora apprezzata. 
Il secondo punto di partenza riguarda il ruolo dei comunicatori come mediatori cognitivi, coloro cioè che "traducono" i tecnicismi non solo a livello formale (ad esempio spiegando un termine compreso solo agli addetti ai lavori) ma anche a livello procedurale, rendendoci la vita semplice. 
Appare chiaro quanto sia necessario e imprenscindibile una stretta, strettissima, collaborazione tra comunicatore e tecnico della materia; una collaborazione a due vie, però.
Perché se da un lato il comunicatore deve  entrare nel campo e cercare di capirlo, è altrettanto importante che il tecnico esplori le vaste pianure della comunicazione e diventi lui stesso capace di gestirla. 

Da fedeli seguaci del maestro McLuhan, la competenza base della comunicazione parte anche dalla conoscenza dello strumento. 
Allo stesso tempo, la domanda più importante che un comunicatore si deve porre è: "chi è il mio pubblico? quale messaggio è il migliore?".

Ecco che si delineano due direttrici lungo le quali si snoda la formazione della redazione e che la comunicazione ha lo scopo di mediare lei stessa per prima (difatti: che cosa è la formazione se non la più importante forma di comunicazione?).
Le due direttrici sono: 

  • dallo strumento alla squadra;
  • dalla squadra al pubblico. 

Il mezzo è il messaggio
Cioè: dallo strumento alla squadra
Ogni canale determina il messaggio: non si può prescindere dalla sua conoscenza. 

Le basi: Joomla!
Per questo la formazione della redazione parte dalla conoscenza e dall'utilizzo in prima persona di Joomla!, il cms che Officine Einstein predilige per i siti che progetta. 
Naturalmente non ci addentriamo nei dettagli e ci fermiamo alla redazione e pubblicazione di un articolo, ma ciò già basta per comprendere quanto sia alta la flessibilità dello strumento e, quindi, quanta flessibilità ci è richiesta nella gestione dei cambiamenti del sito che stiamo arricchendo. 

Scrivere per il web
Ma se stiamo parlando di Joomla! allora parliamo di qualcosa che verrà letto su uno schermo. Dobbiamo allora addentrarci nel tema affascinante della scrittura per Internet e capire quali sono i criteri per redigere un testo leggibile. Rivalutiamo i grassetti, la divisione del testo in paragrafi, gli elenchi, eccetera. 

Il pubblico, cioè la fonte
O per meglio dire: dalla squadra al pubblico.
Ma se parliamo di pubblico perché ci occupiamo della fonte?  Perché sono due facce della stessa medaglia e qui quello che interessa alla nostra redazione in formazione è la costruzione di una fonte coerente che produca qualità implicita di immediata comprensione per occhi esperti.

Le fatidiche norme redazionali
Per questo la maggior parte del tempo del tutoraggio che facciamo ai nostri provetti redattori è speso per le norme redazionali: quelle regole (noiosissime, lo ammettiamo) che ci consentono di essere un coro dove nessuno stona. Se abbiamo concordato che la fonte (la scritta sulla testata del sito, per intenderci) non usa le maiuscole per le cariche pubbliche, ecco: le maiuscole per le cariche pubbliche non devono essere usate.
"Ma secondo me è sbagliato perché bisogna riconoscere l'autorità", si potrebbe obiettare. 
E infatti, rispondiamo, si rispetta l'autorità: la grammatica italiana. "Presidente" è nome proprio di che? 

Le parti dell'articolo
Allo stesso tempo la definizione della fonte passa anche attraverso la struttura dell'articolo, che si specializza: un periodo di circa 200 battute che apre l'articolo e una divisione successiva alle quattrocentesima, o giù di lì, battuta. Un esempio. e poi le meta descrizioni, i tag, le keyword, i meta rights….

L'organizzazione della redazione
Cioè un articolo al giorno, a turno. Un modo per presentare un sito sempre aggiornato e, detta in altri termini, la cura della fonte nell'aggiornamento continuo dei visitatori e gli ospiti del sito. 

Da questo ultimo punto, entriamo nell'aspetto che rende il percorso complesso. Questo perché due sono i punti che rendono interessante l'organizzazione della formazione in atto. 

L'organizzazione della formazione continua
Un principio di questo percorso di formazione ha un fondamento: iniziare fin da subito, cercando anche attraverso l'esplorazione individuale, a scrivere all'interno dello strumento e secondo i criteri della scrittura del web e delle norme interne.
Perché questa costante sperimentazione  sia però utile è bene monitorarla giornalmente per fare le correzioni necessarie su ciò che è stato fatto. Piccoli passi  e piccoli sviluppi distribuiti nel tempo.
Questo richiede da un lato uno strumento in comune dove le correzioni sono dei momenti di maggiore conoscenza anche per tutti. Officine la chiama: mail collettiva.
Uno spazio comune dove consultare tutti i documenti e i video tutorial pensati per la formazione stessa. 
L'interazione allora non avviene nei momenti di "insegnamento" sul come si fa, ma anche e soprattutto in un dialogo continuo su quello che già è stato fatto e cosa si farà, mettendo direttamente in atto, e a servizio del pubblico, quello che scopriamo. 

E la comunicazione?
Questa impostazione può provocare una critica valida sia all'interno che all'esterno della comunicazione: raccontando il dietro le quinte della comunicazione, non si rischia di perdere controllo e svuotare la funzione stessa della comunicazione perdendo contenuto  sostanza? 
A questa obiezione proviamo a rispondere con tre considerazioni. 
1. Una nuova professionalità della comunicazione è rappresentata proprio dalla capacità di dialogare con i tecnici fornendo gli strumenti per comprendere meglio il mondo della fenomenologia che la comunicazione stessa costruisce e che forse i tecnici rischiano di non vedere e non considerare. 
2. La comunicazione deve mediare e tradurre. Per fare questo è ancora più importante, come già detto, il dialogo che deve avvenire con i tecnici. Un dialogo, lo ripetiamo.

  • Infine, se dobbiamo comunicare, non avviene sempre che la prima cosa che ci insegnano è prendere in mano la penna e seguire la riga del foglio. Ecco, se cambiano gli strumenti, sempre da una penna e da una riga del foglio dobbiamo partire.

 

m.guerra x caosmanagement

 

* Ele o Nora Ripanti: Trentadue anni, romana o quasi, laureata in comunicazione nella Capitale e appassionata del mondo online, più per questioni anagrafiche che per scelta. Si aggiunge l'attività di copywriter, inconsapevole.