Numero 72 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Le Paralimpiadi: l’uomo e i suoi presunti limiti

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di Simone Ippoliti

 

“I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione”.  Muhammad Ali

 

Ed è così che nasce lo sport, quello sano. La frase di Muhammad Ali potrebbe essere il messaggio da veicolare a tutti coloro che si avvicinano ad ogni tipo di disciplina. Un desiderio, un sogno, una visione. E forse è proprio ciò che immaginavano gli atleti delle Paralimpiadi, non solo quelli di Londra 2012, ma tutti quelli che vogliono esserci, in un modo o nell’altro.
L’edizione appena conclusa ha compiuto una sorta di giro di boa: infatti, la prima manifestazione dei Giochi Paralimpici fu organizzata nei pressi della capitale londinese nel 1948 e più precisamente in un paesino chiamato Stoke Mandeville. L’ideatore fu il neurologo Ludwing Guttman, soprannominato nel tempo il “De Coubertin dei disabili”, che riconobbe l’importanza dello sport nell’attività riabilitativa delle persone disabili.  Presero parte all’evento alcuni dei veterani della seconda guerra mondiale che avevano subìto danni alla colonna vertebrale.

 



La grande svolta si ebbe con l’iniziativa del medico italiano Antonio Maglio che raccolse l’idea del suo amico Guttman proponendo lo svolgimento dei Giochi di Stoke Mandeville negli stessi impianti che avevano ospitato le Olimpiadi di Roma nel 1960. Fu la prima edizione a ricevere il riconoscimento di alte cariche istituzionali e i partecipanti vennero ricevuti in udienza da Papa Giovanni XXIII.

Da definizione l’Olimpiade è vista come il palcoscenico che permette agli atleti di misurarsi con gli altri, ma soprattutto con se stessi nel superare i propri limiti, per farlo però bisogna prima capire quali essi effettivamente siano. Nelle Paralimpiadi è inutile far retorica: i “limiti” ci sono eccome e sono ben visibili.

Si potrebbero sgranare gli occhi cambiando canale e ritrovandosi a seguire una partita di tennis con due atleti che giocano seduti su una sedia a rotelle, oppure una gara di nuoto con sportivi con altro tipo di disabilità. Quanto volte ci siamo chiesti quanto possa essere faticoso un determinato sport? Naturalmente la risposta in alcuni casi è molto semplice: si suda decisamente meno nel tiro con l’arco che in una maratona. Ma fermatevi a pensare solo un attimo, a quanto sia estremo, autentico, olimpionico lo sforzo degli atleti paralimpici.
Il loro obiettivo primario è quello di esserci, di raggirare, di eludere un destino beffardo che gli ha sbarrato la strada.

Alex Zanardi: lui sì che era uno a cui piaceva correre. Beffato (per usare un eufemismo) da presunte macchie di olio e di acqua che gli sono costate entrambi gli arti inferiori. Inizialmente dato per spacciato a causa dell’ingente perdita di sangue per l’improvvisa amputazione delle gambe, Zanardi non si fermò lì: non si piegò in quel 15 settembre del 2001 in Germania nell’Eurospeedway Lausitz.
Contro tutto e tutti, riprese a correre. Con delle protesi, ma soprattutto con uno spirito che l’ha eletto come un’icona dello sport italiano e mondiale e come simbolo di una virtù che non si è mai spezzata: la speranza.
Così Zanardi due anni dopo, grazie a delle protesi rientrò in quella vettura e percorse quegli ultimi 13 giri che lo dividevano dal traguardo, quel tratto di strada che gli era stato impossibile compiere.

 

 

E’ stato protagonista anche nelle Paralimpiadi di Londra vincendo due ori e un argento nella Hand Bike (letteralmente bici a mano) definendosi cosi: “Sono un figo pazzesco, lasciatemelo dire. Stavolta mi faccio i complimenti da solo, fare meglio di così era davvero difficile”.

Annalisa Minetti: Da Miss Italia, a Sanremo, alle Paralimpiadi. Altro che Forrest Gump: “La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”. E per Annalisa questa frase è stata come una “guida”. Lei che ipovedente, di una guida ne ha avuto bisogno, quella per vincere la medaglia di bronzo nei 1500 mt. piani nei Giochi Paralimpici di Londra. Annalisa rimane un altro esempio di come ciò che ti è stato tolto può tornare, sottoforma di premio per una canzone, con una fascia che avvolge la bellezza e con un riconoscimento sportivo che si porta al collo. Come ha detto in un’intervista a fine gara: “Possa io rappresentare un movimento di persone che vogliono essere ascoltate, viste e guardate come atleti, nient’altro che atleti. Tutto è possibile e io in qualche modo oggi ne sono la dimostrazione”.

La storia delle Paralimpiadi è in continua ascesa. Quelle di Londra, anche grazie alla società che cambia, sono state le più seguite. Le stime hanno calcolato che sono stati venduti 2,7 milioni di biglietti, 900 mila in più rispetto alle precedenti di Pechino. Anche le televisioni hanno dato maggior rilievo alla manifestazione, attirando di conseguenza anche l’interesse dell’opinione pubblica. Mai come in queste Paralimpiadi, si è parlato dei successi e delle imprese che hanno contraddistinto i vari atleti.
L’Italia esce dalle Paralimpiadi di Londra 2012 con 28 medaglie differenti, ma con uno spirito comune.
Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico ricorda che “In Italia c’è un grande impegno verso la disabilità, su tutti i fronti, e lo sport è certamente un canale importante sul binario di sviluppo. Bisognerebbe capire se in altri Paesi, accanto ai risultati sportivi, esiste una politica di reale sostegno della disabilità”.

E questo è un pensiero che ci deve far riflettere. Non bisogna fare l’errore di ricordarsi solo in determinati appuntamenti che esiste una realtà “diversa” dalla “nostra”.

 

 

Simone Ippoliti: giornalista laureato in Scienze Politiche. Una lunga esperienza nel mondo della comunicazione radiofonica nelle vesti di conduttore e inviato in emittenti sportive. Collaboratore anche per giornali e riviste di carta stampata. Apparizioni televisive in canali locali e gestore di un blog personale: http://oculusweb.tumblr.com/
Inoltre, coautore di un canale youtube con video/interviste effettuate e montate personalmente: http://www.youtube.com/user/simoradio100?feature=mhee