Numero 78 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Quando lo sport è teatro di tragedia

di Simone Ippoliti


BOSTON - Dovrebbe essere solamente una festa, puro e semplice divertimento. A volte siamo “noi” a rovinare tutto, con la violenza scatenata da una passione sportiva che ci demonizza fino a scadere nella tragedia. Altre volte è qualcosa che non conosciamo. Un volto, un pensiero politico, un’intolleranza razziale, una fame di potere.

boston

Boston è solo l’ultima tragedia consumatasi nel corso di un evento sportivo. Doveva essere una maratona, la più importante dell’anno nello stato del Massachusetts. Immagini terribili, in un finale che doveva semplicemente festeggiare i protagonisti di una giornata all’insegna della solennità. Proprio in quell’ultimo miglio, dedicato al ricordo della strage nella scuola di Newtown, il suono sordo di due bombe ci ha riportati all’11 settembre del 2001.
Questa volta, per agire si è passati per una soluzione decisamente più artigianale con pentole a pressione piene di chiodi. “È stato chiuso un capitolo di questa tragedia, ma mancano ancora tante risposte per una violenza così” ha detto il presidente americano, Barack Obama dopo il blocco del secondo dei due fratelli ceceni.

ATLANTA - Anche Eric Rudolph è stato arrestato e condannato all’ergastolo. Siamo nel 1996, sempre negli Stati Uniti, si consuma un’altra tragedia sportiva dal sapore amaro. Era precisamente il 27 luglio, in pieno svolgimento delle Olimpiadi. Una bomba esplode del “Centennial Olympic Park” durante un concerto. Poteva essere una carneficina, ma un agente della sicurezza scorse un pacco sospetto. L’ordigno sarebbe esploso in mezzo alla folla, ma per fortuna la zona venne evacuata. Non tutti però furono assistiti dalla buona sorte. Il bilancio fu di 2 morti e 111 feriti. L’attentatore venne arrestato solo 7 anni dopo.

Ma cosa spinse Rudolph a fare questo gesto? Perché scegliere un’Olimpiade come teatro dell’esecuzione? La risposta alla seconda domanda è semplice. L’importante non è il numero di vittime che si fanno, ma in che contesto si opera. Le televisioni di tutto il mondo sono puntate sui giochi olimpici, che non rappresentano solo lo sport, ma l’unione fra popoli. I cinque cerchi simboleggiano i continenti “abbracciati” uno con l’altro. Spezzare quella catena è l’obiettivo.
Ma i veri motivi? Rudolph come dichiarò voleva colpire gli ideali del socialismo globale rappresentati dalle Olimpiadi e supportati dal regime di Washington, espressi nella canzone “Imagine” di John Lennon (inno dei giochi del 1996). Rudolph nella sua dichiarazione disse: “Confondere, far arrabbiare e imbarazzare il governo di Washington agli occhi del mondo per il suo abominevole ruolo nella somministrazione dell'aborto su richiesta e – continua – far cancellare i Giochi, o almeno creare uno stato di insicurezza per svuotare le strade intorno all'evento, per colpire i grandi capitali investiti”.  

MONACO – Siamo sempre nel corso delle Olimpiadi, ma questa volta è la Germania ad “ospitare” uno degli eventi più tragici e violenti della storia legata allo sport. Nel 1972 il gruppo armato “Settembre nero” fece irruzione dell’albergo dove alloggiavano gli atleti israeliani. Erano otto i guerriglieri libici che nella notte tra il 5 e il 6 settembre agirono in maniera quasi indisturbata. Addirittura, furono “aiutati” da alcuni degli atleti americani che, avendo alzato troppo il gomito, non si resero conto di nulla. Il primo ministro israeliano Golda Meir non volle accontentare le richieste del gruppo armato.
Il bilancio fu tragico. Oltre alle 2 vittime iniziali, i cinque attentatori e un poliziotto, anche tutti gli ostaggi persero la vita.
Alla base sempre un motivo politico. I “Settembre nero” volevano la liberazione di 234 detenuti palestinesi nelle carceri israeliani e anche la consegna di tre aerei per abbandonare la Germania.

ROMA In pochi sanno che nella capitale, più precisamente il 31 ottobre del 1993, si è sfiorata la tragedia. Era il giorno di Lazio – Udinese. Ancora una volta, viene individuato un luogo chiave come lo Stadio Olimpico e un evento di rilievo, il match di calcio, lo sport nazionale.
Per fortuna, non successe nulla, grazie ad un malfunzionamento del telecomando che dalla collina di Monte Mario doveva azionare l’ordigno. La bomba, era posta in una Lancia Thema parcheggiata nei pressi della stazione dei carabinieri. Al termine della partita, il congegno sarebbe dovuto esplodere in mezzo alla folla. E’ la mafia ad aver organizzato tutto, nelle figure di Totò Riina e Giuseppe Graviano.
“Cosa Nostra”, agì per motivi di interesse personale con l’intenzione di avanzare pressioni al mondo politico. Infatti, come spiegò il criminale Gaspare Spatuzza, l’attentato doveva essere il “colpo di giustizia” allo Stato per costringerlo a trattative per allentare l’austera posizione della politica italiana sul regime di massima sicurezza.

 

Simone Ippoliti: giornalista laureato in Scienze Politiche. Una lunga esperienza nel mondo della comunicazione radiofonica nelle vesti di conduttore e inviato in emittenti sportive. Collaboratore anche per giornali e riviste di carta stampata. Apparizioni televisive in canali locali e gestore di un blog personale: http://oculusweb.tumblr.com/
Inoltre, coautore di un canale youtube con video/interviste effettuate e montate personalmente: http://www.youtube.com/user/simoradio100?feature=mhee