Numero 31 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

La Terra non ha febbre – come capirlo

Di Roberto Vacca

 

Un conduttore di RAIUNO dice: “E’ Giugno la temperatura dell’Adamello è di 8 gradi. Sintomo grave?” Il sedicente esperto risponde: “Sì, preoccupante ..” e ignora che in ogni monte ci sono molte  temperature variabili nel tempo: è inane considerarne una senza confronti fra serie storiche e fra tanti punti di misura. Così i mass media mettono paura al pubblico esortandolo a curare la febbre della terra causata, dicono, dall’uomo che brucia carbone e petrolio. Studio da decenni i lavori degli esperti veri e sono convinto che il clima attuale è caldo a causa di cicli naturali, non di attività umane. Le misure proposte per raffreddarlo avrebbero effetto simile alle danze dei selvaggi per invocare la pioggia.

ooIl clima terrestre è fatto di processi complessi che non hanno spiegazioni semplici e deterministiche. Per averne un’idea, va letto l’articolo (completo, professionale) di Georgiadis T. e Mariani, L. “Clima e cambiamento climatico”, Riv.Ital. Agrometeorologia 4-18 (1) 2006

[su: www.agrometeorologia.it].

Qui presento solo 6 fatti misurati e documentati che dimostrano come le variazioni del clima seguano cicli prevedibili, indipendenti dall’attività umana. Su questi fatti indiscussi (e poco noti ai non esperti) baso le mie convinzioni
(per versione più dettagliata: Vacca, R. “Riscaldamento globale, effetto serra”, su www.sipsinfo.it, Scienza&Tecnica Feb.2008)

1. Le ere glaciali e interglaciali si susseguono con un periodo di 100.000 anni causato da variazioni della forma dell’orbita e dell’inclinazione dell’asse terrestre. Lo calcolò Milankovitch nel 1941: i suoi risultati sono confermati dalle analisi sui ghiacci di Antartide e Groenlandia per gli ultimi 600.000 anni. Ora siamo in un’era interglaciale iniziata 20.000 anni fa, quando su Europa e America del Nord c’era uno strato di 2 kilometri di ghiaccio. Poi la temperatura crebbe di 8°C (in 18.000 anni per le cause dette). Alla fine di ogni era glaciale l’anidride carbonica atmosferica cresce gradualmente secoli dopo l’aumento di temperatura: ne è effetto non causa.

2. Ai cicli di 100.000 anni se ne sovrappone un altro di circa 1000 anni. Mille anni fa la Groenlandia era verde. Raffreddò nel XIV secolo con la mini era glaciale in cui il Tamigi gelava ogni anno. Il riscaldamento iniziò nel XVII secolo non con l’era industriale. E’ il sole a causare questo ciclo: il campo magnetico solare più intenso tiene lontani i raggi cosmici, si condensano meno nuvole a bassa quota e fa più caldo.

3. Dal 1940 al 1975 la temperatura diminuì di circa mezzo grado, anche se l’anidride carbonica cresceva. I 2 fenomeni sono correlati, e non sappiamo bene come. Oggi la temperatura diminuisce in gran parte dell’Antartide.

4. I flussi delle correnti marine e atmosferiche ogni anno portano dall’equatore verso i poli una energia di 130.000 ExaJoule. Il totale dell’energia contenuta in tutti i giacimenti di petrolio, carbone e metano è di 16.000 ExaJoule (8 volte di meno); l’energia totale consumata nel mondo è di 500 EJ (260 volte di meno): non può incidere in modo sensibile rispetto a quella naturale.

5. L’anidride carbonica presente nell’aria contiene 800.000 miliardi di tonnellate (Gt) di carbonio, nella biosfera ce ne sono 2.000 Gt, nei mari 37.000 Gt con effetto predominante. La CO2 prodotta ogni anno bruciando gas, petrolio e carbone contiene 5,5 Gt : meno dell’1% di quella contenuta nell’atmosfera e più della metà è assorbita dal mare e dai suoli. L’effetto serra prodotto da vapore acqueo, ozono, metano e nubi è circa l’80% del totale e solo il 14% è prodotto da CO2.

6. Il clima terrestre non è mai stato stabile ed equilibrato. Non ha senso temere che le piccole variazioni attuali portino tragiche estinzioni di specie biologiche (come ripetono certi giornalisti poco informati). Ci sono stati 5 drammatici eventi che hanno portato all’estinzione di specie. Il più noto (65 milioni di anni fa) fece sparire i dinosauri. Il più tragico, nel Permiano (248 milioni di anni fa) distrusse l’85% delle specie viventi in mare e in terra.

ooQuesti sei fatti fanno ben capire che l’attività umana in genere influisce sul clima in misura trascurabile. Fanno eccezione la deforestazione e la gestione dei suoli dai quali dipendono l’assetto idro-geologico e il microclima di aree anche vaste. Gli scienziati che concordano con questa visione non pretendono di analizzare, né prevedere il clima con precisione spinta. Sanno bene che gli stessi dati di base sono troppo scarsi: solo il 18% della superficie della Terra è monitorato in modo regolare e i punti di misura sono proliferati a caso non sono stati scelti per ottimizzare la conoscenza globale dei fenomeni. Gli scienziati catastrofisti, invece, prestano fede ai loro modelli matematici. Questi, ben costruiti, non compensano l’incertezza sulle misure, dovuta a errori di calibrazione, misura e analisi statistica, già individuati, ma non corretti. Non tengono conto della variabilità dei flussi circolatori atmosferici e marini, né di fenomeni locali che si cumulano a produrre effetti globali e non sono visti da modelli che hanno una definizione spaziale di molti kilometri. Non rispecchiano i processi non lineari e di feedback (a cui i matematici danno il nome di caos deterministico) che producono eventi imprevedibili.

Freeman Dyson, uno dei maggiori fisici viventi, scrive “I modelli matematici del clima descrivono bene i movimenti fluidi dell’atmosfera e degli oceani in base alle equazioni della dinamica. Descrivono male nuvole, polvere, chimica e biologia di campi, fattorie, foreste. Non descrivono il mondo reale che è pieno di cose che non capiamo.”

E’ giusto continuare a produrre modelli matematici sofisticati, accurati, basati su dati sicuri, ma i modelli non sono identici alla realtà e non permettono di calcolare l’avvenire di sistemi molto complessi. Sbaglia chi deduce da essi profezie di catastrofi.