Numero 74 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Comunicare secondo natura
la comunicazione one to one

tt

di Franco Marmello

 

Viviamo in un mondo in profonda mutazione
dobbiamo abituarci a decidere in tempo reale
prima che le nostre opportunità svaniscano
e vengano colte da qualcun altro

 

E’ una questione di coraggio, di capacità di assumere i rischi relativi alle decisioni che intendiamo prendere per progredire. E’ una questione di fiducia in se stessi, lo abbiamo già sottolineato da queste pagine e qui lo ribadiamo.

La fiducia è una cosa seria...
Lo affermano i maestri pensatori con parole importanti.
Lo afferma anche (scherziamoci un po') la pubblicità.
Una nota azienda di formaggi qualche tempo fa non ha trovato niente di meglio dell'argomento della fiducia per tentare di convincerci a decidere di acquistare i suoi prodotti senza indugio.

 

yy

La fiducia é una cosa seria è rimasto uno slogan-culto dell'indimenticabile Carosello(quello che ci lasciavano vedere da bambini prima di andare a letto sul primo e unico canale televisivo della RAI).

I nostri interlocutori, quelli che noi vogliamo e/o abbiamo il dovere di aiutare a prendere decisioni (figli, collaboratori, capi, clienti, istituzioni)  devono abituarsi a non rimandare (vale anche per noi, evidente), perché il tempo scorre in fretta e si porta via energia, speranza, giovinezza. Si porta via le forze che permettono di agire anche "controvento", sfidando l'impossibile, in difesa del progresso.

Tutti noi nella vita, dopo aver deciso, dobbiamo abituarci a perseverare.
La perseveranza è un fattore essenziale per poter tramutare il desiderio in un equivalente concreto.
La base della perseveranza è la forza di volontà.
La forza di volontà e il desiderio, quando propriamente abbinati, formano una coppia irresistibile.

Ma quali desideri covano nel nostro cuore e nel cuore dei nostri interlocutori irrinunciabili?
Siamo capaci di leggere nel nostro e nel loro cuore per far meglio e tentare -nel contempo- di aiutarli?

Se nessuno ci aiuta veramente nella vita, rischiamo di gettare via i nostri sogni per  arrenderci alla prima disavventura. Pochi continuano fino al raggiungimento della meta. Il tasso di abbandono nelle nostre Università -per esempio- lo rivela. E vale anche per le delusioni d'amore (separazioni precoci, paura di innamorarsi ancora, ecc). Vale per ogni impresa impossibile (le più interessanti) che colpisca all’improvviso l’emisfero destro del nostro cervello, dove una dote tipica -come riferisce la scienza- è rappresentata dalla capacità di percepire in modo globale un quadro, una mappa o un insieme di immagini, cogliendo i rapporti presenti tra gli elementi che li compongono.

Lo scrittore-saggista Hill (uno dei primi produttori del moderno genere letterario della riuscita personale), afferma: ...non ci sarebbe niente di eroico nella parola perseveranza, ma la qualità sta al carattere dell’uomo come il carbone sta all’acciaio..."

Chi ce lo dà il carattere?
Secondo Alexander Everett, inventore della dinamica mentale e del salto interiore, la nostra auto-immagine si forma nei primi anni di vita:

°      Per il 50% da zero a quattro anni
°      Per il 30% dai quattro anni agli otto
°      Per il 10% dagli otto ai quattordici

Evidente la necessità di essere aiutati, fin dai primi anni di vita, a costruirci una auto-immagine positiva.

Sempre secondo la Scuola di Everett, dai sei ai diciassette anni, siamo influenzati:

°      Dai parenti per 4500 ore
°      Dalla scuola per 8/900 ore

I modi di persuasione e di condizionamento esterno, poi, sono numerosissimi e ci bombardano fin dalla prima infanzia.

Morale: la nostra auto-immagine (e quella dei nostri interlocutori) statisticamente é costruita da altri per scopi (anche buoni) che non sono i nostri.

Occupiamoci di noi stessi e degli altri (quando ci competono) in modo sano e positivo, attraverso l’ispirazione e l’orientamento, evitando con impegno di condizionare e autocondizionarci.

Fosse facile diventare perseveranti a aiutare gli altri a fare altrettanto con la finalità di decidere e sostenere quanto deciso fino a una verifica credibile del feed-back...

La mancanza di perseveranza è una delle maggiori cause di fallimento.
L’esperienza fatta come coach, come formatore-trainer con migliaia di persone mi ha dimostrato che la mancanza di perseveranza può essere combattuta soltanto aumentando l’intensità del desiderio.

Il punto iniziale di tutte le conquiste è il desiderio.
Se vogliamo veramente sentirci protagonisti della nostra vita e aiutare gli altri che vivono e operano al nostro fianco a fare altrettanto, dobbiamo tenere costantemente in mente che deboli desideri portano a deboli risultati; proprio come poco fuoco dà poco calore.

Se pensiamo di avere poca perseveranza nel sostenere veramente le decisioni coraggiose, dobbiamo dare più fuoco ai nostri desideri per prepararci al domani.

Gli sforzi spasmodici e occasionali nella vita non hanno alcun valore.
Per ottenere risultati occorre sperimentare i sogni fino a quando l’esercizio  diventa una normale abitudine.
In nessun’altra maniera é possibile sviluppare una coscienza della riuscita adatta ai nostri tempi.

Il fallimento é attratto dalla persona la cui mente gli è favorevole, come la riuscita e il successo sono attratti da chi è stato deliberatamente preparato per attirarli; e attraverso le stesse leggi naturali.

In Think and grow rich (ricerca storica del secolo scorso sul tema della riuscita) l'autore afferma che la coscienza di povertà si pone automaticamente nella mente che non sia già occupata dalla coscienza di ricchezza; afferma che la coscienza di povertà si sviluppa senza una conscia applicazione di abitudine ad essa favorevole, mentre la coscienza di ricchezza deve essere creata per ordinazione, a meno che l'individuo non sia  nato con questo tipo di  consapevolezza.

L'impianto cromosomico non ce lo possiamo scegliere.
Uno stile di auto-educazione mirata a tirare fuori il meglio dalla nostra speranza e da quella di chi decidiamo di guidare, si.

Dobbiamo afferrare a fondo questi significati e capire l’importanza della decisione e della perseveranza nella realizzazione dei nostri sogni e di quelli del nostro gruppo di riferimento sociale: senza decisione e senza perseveranza siamo sconfitti ancora prima di iniziare; se impariamo a  sviluppare queste qualità, siamo salvi.

Come aiutare le persone (aiutare noi stessi anche, ovvio) a uscire dalle gabbie caratteriali che possono bloccare la grandezza potenziale insita in ognuno?

Come affrontare e battere la timidezza, la diffidenza, la spavalderia, l'essere amichevoli in modo sbagliato per evitare il confronto, l'essere fantasiosi senza finalizzare la creatività a un risultato concreto per noi stessi e per la società in cui andremo a vivere?

Come combattere il nostro (e degli altri) essere a volte scostanti, troppo prudenti e privi di coraggio nell'osare in questa vita?

Come sconfiggere la megalomania, il pessimismo, l'essere troppo volubili o troppo seguaci?

Come non cadere nella rete della ipersensibilità bloccante o in quella dell'ambizione sfrenata?

Come tirarci fuori dal silenzio ostinato che a volte ci impedisce di comunicare con le persone che ci appartengono?

Come capire l'inutilità dell'obiettare polemicamente con tutti?

Come convincerci che un buon leader trascina e rende servizio ai suoi interlocutori-fratelli con autorevolezza,  senza accedere mai all'autorità e alla violenza fisica e  psicologica?

Come imparare che una decisione rimandata troppo a lungo non elimina la paura di decidere?

 

 

solo la conoscenza elimina la paura

Per uscire da queste gabbie occorre magari muoversi prima lentamente, per poi incrementare la velocità fino a ottenere il controllo completo della  volontà.

Dobbiamo essere perseveranti nella vita, anche muovendoci inizialmente piano.
Con la perseveranza arriveremo al successo individuale e collettivo, ognuno nel campo ideale individuato. Anche i meno “fortunati” in partenza potranno farcela: molti degli uomini che hanno ottenuto grandi risultati li hanno ottenuti perché ne avevano bisogno; hanno sviluppato l’abitudine della perseveranza perché ne sono stati costretti dalle circostanze. Hanno dovuto diventare perseveranti.

Sempre da Think and grow rich: "... quelli che hanno coltivato l’abitudine della perseveranza, sembrano godere di una pòlizza contro l’insuccesso, non importa quante volte vengano sconfitti: alla fine arrivano in cima..."

Scrive Hill in questo libro: "...spesso sembra ci sia una Guida nascosta, il cui compito sia di mettere alla prova gli uomini con tutti i tipi di esperienze scoraggianti. Quelli che riescono a riprendersi dopo una sconfitta e continuano a provare finiscono per arrivare. E il mondo grida: -Bravo, lo sapevo che ci saresti riuscito!-. La Guida nascosta non permette a nessuno di godersi il grande compimento, senza prima passare l’esame della perseveranza. Quelli che non riescono a superare questo esame semplicemente non raggiungono la meta. Quelli che ci riescono saranno premiati per la loro tenacia: ricevono, come premio, il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Ma questo non è tutto. Ricevono qualcosa di molto più importante del compenso materiale: la conoscenza che ogni sconfitta porta con sé il seme di un vantaggio equivalente. Le persone che hanno sperimentato la concretezza della perseveranza sono quelli che considerano la sconfitta come una cosa soltanto temporanea. Sono  quelli i cui desideri sono così perseverantemente applicati che la sconfitta viene finalmente tramutata in vittoria...".

Quanta gente abbiamo visto andar giù nella vita?
Gente sconfitta che non si é più ripresa...

Ma abbiamo anche visto alcuni considerare la pena della sconfitta come un desiderio per uno sforzo maggiore. Persone  che non hanno accettato la retromarcia dell’esistenza. Quello che non vediamo, però, quello che la maggior parte di noi non sospetta nemmeno, è la silenziosa ma irresistibile forza che viene in aiuto di coloro che continuano a combattere pur subendo degli scoraggiamenti.

Vorremmo essere così e così vorremmo le persone che ci appartengono...
O sbaglio?
Hill conclude una delle sue riflessioni con questa frase: "...una cosa sappiamo, se uno non possiede la perseveranza non riesce a raggiungere il successo in nessun campo..."

Spesso sogniamo di fare lavori più creativi, diversi; sogniamo di compiere imprese importanti.
Poi ci viene paura e siamo combattuti: vorremmo osare ma temiamo di farci male.

Racconta il libro di Hill della grande e misteriosa Broadway: il Cimitero delle Speranze Perdute e L’Ingresso dell’Opportunità. "...da tutte le parti del mondo arrivano a Broadway molte persone per cercare fama, fortuna, potenza, amore o qualsiasi altra cosa che l'essere umano possa chiamare successo. Raramente qualcuno spunta fuori dalla lunga processione degli aspiranti. Quando càpita il mondo sente che qualcun altro ha conquistato Broadway. Ma Broadway non é facilmente conquistabile, tantomeno velocemente. Essa riconosce il talento, il genio e paga in moneta, solamente dopo che qualcuno si è rifiutato di cedere. Così sappiamo che qualcuno ha scoperto il segreto di come conquistare Broadway. Il segreto è sempre inseparabilmente legato alla parola perseveranza..." Racconta della lotta di Fannie Hurst, la cui perseveranza ha conquistato la Grande Strada Bianca: "....venne a New York nel 1915 per trasformare i suoi scritti in ricchezza. La trasformazione non avvenne subito, ma avvenne. Per 4 anni Miss Hurst fece la gavetta a New York, come prima esperienza. Passava i giorni lavorando e le notti sperando. Quando le speranze scarseggiavano non disse: -Va bene Broadway-, ma disse: -Molto bene Broadway, puoi sconfiggere altri ma non me. Io farò del tutto per farti cedere-. Un editore (The Saturday Evening Post) le inviò 36 biglietti di rifiuto prima che ella rompesse il ghiaccio con una storia. Lo scrittore medio, come qualsiasi altra persona media, avrebbe rinunciato al primo rifiuto, ma la Hurst si batté per quattro anni perché era determinata a vincere. Poi arrivò la conclusione. L’incantesimo era spezzato, la Guida invisibile l’aveva messa alla prova e lei aveva retto. Gli editori iniziarono a fare corteo alla sua porta. Il denaro arrivava così in fretta che non faceva in tempo a contarlo. Poi il cinema la scoprì e il denaro non arrivò più in piccole quantità, ma a fiumi..."

Chi non desidera per se, per i propri figli, per la gente che gli appartiene, la piena realizzazione lavorativa e familiare? Le mamme del dopo-guerra desideravano per i loro ragazzi un "posto di lavoro sicuro", una "brava ragazza" o un "ragazzo perbene" per mettere su famiglia e regalare ai nonni dei bambini belli, sani , ubbidienti e bravi a scuola.

Niente si può ottenere, però, senza coltivare un desiderio egoistico ed onesto, senza crederci fino in fondo, senza prendere decisioni coraggiose e senza portarle avanti con costanza. Nemmeno le cose più semplici.

Fannie Hurst non è un’eccezione.
Tutti quelli che ottengono grandi risultati, potete esserne certi, hanno prima allenato la loro forza.
Dice Hill:" ...Broadway darà a ogni pezzente una tazza di caffè e un panino, ma richiede forza e coraggio da coloro che vogliono delle bistecche..."

E vale per tutto, non solo per le cose particolari.
Ne sappiamo qualcosa visto che abbiamo famiglia.

 

Per tutti è importante riuscire nella vita
Ma è altrettanto importante riuscirci insieme agli altri, poterli aiutare ed essere aiutati, provare insieme a tenere duro. Tenere duro é uno stato mentale, perciò può essere coltivato.

Come tutti gli stati mentali, il non arrendersi è basato su cause definite.
Tra queste, indicate da Hill:

DEFINIZIONE DI SCOPO -  Sapere ciò che si vuole è la prima cosa e, forse, la più importante per sviluppare la tenacia. Un forte motivo aiuta a sormontare molte difficoltà.

DESIDERIO - E’ comparativamente facile acquisire e mantenere una certa tenuta nel perseguire l’obiettivo di un intenso desiderio.

FIDUCIA IN SE STESSI - Il credere nella propria capacità di poter conseguire un risultato, incoraggia a seguire il piano, con costanza.

DEFINIZIONE DI PROGRAMMI - Programmi organizzati, anche se scarsi o totalmente non pratici, incoraggiano ad andare avanti.

CONOSCENZA ACCURATA - Il sapere che i propri progetti sono saldamente basati sull'esperienza progressiva e sull'osservazione, incoraggia a resistere. A lungo l’immaginare, al contrario del sapere, distrugge la perseveranza.

COOPERAZIONE - La simpatia, la comprensione e la cooperazione armonica con gli altri tende a sviluppare la nostra resistenza.

FORZA DI VOLONTA' - L’attitudine a concentrare i propri pensieri sulla formazione di programmi per il raggiungimento di uno scopo preciso, incoraggia al lavoro costante.

ABITUDINE - La perseveranza è il diretto risultato dell’abitudine. La mente assorbe e diventa parte integrante delle esperienze quotidiane delle quali si nutre. La paura (il peggiore di tutti i nemici) può essere effettivamente curata con la ripetizione forzata di atti di coraggio.

 

INVENTARIO
Prima di concludere questa puntata facciamo un inventario delle nostre risorse e delle  caratteristiche che spesso ci impediscono di  resistere e non ci permettono di aiutare gli altri a fare altrettanto.

Misuriamoci con coraggio e a fondo per vedere  quale dei fattori sotto elencati ci condiziona a fare meglio.
Questa analisi ci porterà a delle scoperte che saranno utilissime per aumentare l' autocontrollo, quindi la capacità di aiutare gli altri che ci stanno a cuore.

Forse individueremo i veri nemici che si frappongono tra noi e i nostri sogni, il più importante dei quali é sicuramente quello di cooperare in questo mondo cambiato e sempre più complesso. Individueremo i segni che indicano la debolezza di perseveranza, ma anche le profonde cause di questa debolezza nascoste dentro di noi.

Occorre studiare  attentamente questo elenco e guardarci in faccia, allo specchio,  lealmente, se vogliamo sapere chi siamo e cosa siamo capaci di fare. Ci sono delle debolezze che debbono essere affrontate da tutti coloro che desiderano avere buoni risultati per loro stessi e per quella parte di società che sono chiamati a guidare:

°  Mancanza di riconoscere e definire chiaramente ciò che si vuole davvero.

°  Procrastinazione con o senza causa, normalmente protetta da una formidabile schiera di alibi e scuse.

°  Mancanza di interesse nell’acquisire una conoscenza specifica.

°  Indecisione, abitudine di scaricare le responsabilità in tutte le occasioni, invece di affrontarle, sostenute dagli alibi.

°  Abitudine di fare assegnamento sull’alibi, invece di creare dei piani definiti per la soluzione dei   problemi.

°  Propria insoddisfazione: c’è poco rimedio per questa afflizione, e poche speranze per coloro che ne soffrono.

°  Indifferenza, che normalmente si riflette in negativo nella prontezza -in tutte le occasioni- di scendere a compromessi invece di andare contro le opposizioni e combatterle.

°  Abitudine di dare la colpa agli altri per i propri errori e di accettare le circostanze sfavorevoli come se fossero inevitabili.

°  Debolezza di desiderio, dovuta alla scelta di motivi che non stimolano l’azione.

°  Disposizione, e persino prontezza, a rinunciare al primo segno di sconfitta.

°  Mancanza di piani organizzati messi per iscritto, in modo da poter essere analizzati.

°  Abitudine di rinunciare a seguire delle idee o afferrare l’opportunità non appena si presenta.

°  Speranza invece di volontà.

°  Abitudine di venire a un compromesso con la sconfitta, invece di mirare alla riuscita, mancanza generale di ambizione d’essere, di fare, di possedere.

°  Ricerca di tutte le vie più corte per arrivare al risultato, cercando di ottenere senza dare un giusto equivalente (classico gioco d’azzardo), cercando di fare affari perfetti.

°  Paura della critica, incapacità di creare piani e di metterli in azione a causa di quello che possono pensare, fare o dire altre persone. Questo nemico è il primo della lista in quanto generalmente esiste nel subconscio dove la sua presenza spesso è subdola e irriconoscibile.

 

Alla prossima per parlarne più a fondo

 

 

Franco Marmello: Membro AIF Associazione Italiana Formatori, Responsabile Italia “Bottega del Cambiamento”, Giornalista, scrittore. Il progetto bottega si rivolge all'Uomo Nuovo in Azienda: una risorsa consapevole della complessità organizzativa provocata dal fenomeno del cambiamento, consapevole di dover crescere in modo meno empirico rispetto al passato, sia sul piano professionale che sul piano umano. Testimonial di “Progetto Innesto”.
www.bottegadelcambiamento.it