Numero 74 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Noi e loro: quando i rapporti finiscono

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di Marisol Barbara Herreros

 

Stiamo vivendo un momento difficile, pieno di confusione, dove la maggior parte delle ideologie del passato non ci sono più, e di conseguenza molte persone sono alla ricerca di qualcosa di spirituale  e qualche volta la ricerca può finire in qualcosa di diverso, direi più false illusioni che magnifiche verità.
   
Stiamo vivendo un momento di cambio, di transizione, e di conseguenza, secondo me, è un momento importante e credo possa diventare un momento molto positivo. E' molto difficile trovare l'equilibrio, sapere con chiarezza come muoversi e questo può determinare che si facciano più errori di prima, o almeno che le conseguenza dei tuoi errori siano più facili da essere visti e riconosciuti dagli altri come tali.

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In tutta questa confusione, un ruolo molto importante è quello delle donne. Partendo dalla premessa per me inscindibile, che esistono uomini e donne intelligenti e uomini e donne cretini, sia per la loro formazione genetica ma penso molto di più per una necessità creata dall'ambiente nel quale si svolge la nostra vita, noi donne siamo più concrete, più realiste, più abituate ad affrontare più di un problema alla volta. Parlando del multitasking naturale, capita alla maggior parte delle donne che dal momento nel quale cominciano a vivere la loro vita da adulte si fanno carico di una serie di responsabilità che non avrebbero mai creduto di essere capaci di portare avanti.  

Combatti con la parte economica cercando di stirare un budget famigliare che da qualunque parte lo guardi è sempre stretto, o perlomeno senti tutta la responsabilità di gestirlo in forma tale da poter accontentare i bisogni di tutti in famiglia, il che non sempre è facile. Impari a trovare il tempo per te nei momenti più incredibili. Parliamo di truccarsi in treno, dipingersi le unghie in macchina facendo equilibrio per far si che lo smalto cada sulla tua unghia e non sulla tappezzeria, etc. etc.  Assisti ad una serie di riunioni trattando con gente diversa, temi diversi, adeguandoti sia alla riunione di scuola di tuo figlio, alla riunione condominiale, alla riunione della società per la quale lavori, cercando di dare il tuo apporto sempre con la stessa serietà ed impegno.

E fino a qui, direi che è per tantissime donne vita quotidiana. Tutto cambia, e in forma violenta e soprattutto inaspettata, quando la persona con la quale avevi deciso di condividere la tua vita, diventa un altro. Parlando di cambiamento, tutti cambiamo con l'evolversi del tempo, è nella nostra natura; trattandosi di esseri pensanti non è possibile restare immutati, ci cambiano le nostre esperienze di vita, l'ambiente che ci circonda, la gente con la quale abbiamo a che vedere. E non sempre si cambia  in due allo stesso modo, o diciamo che quello che ti univa di più ad una persona un tempo ormai non ti accomuna più.

E della stessa forma nella quale magicamente un giorno hai intrapreso un cammino con qualcuno, nel momento che si è adulti consapevoli ci si dovrebbe dividere da questa persona con la stessa serenità di animo e direi quasi con affetto se ci rendiamo conto che non esiste più un “noi”, ma la vita e le esperienze diverse ci hanno portato per due strade diverse. E la separazione, si sa,  è sempre dolorosa ma almeno si fa da persone intelligenti, sensate, cercando di recare il meno danno possibile a tutte e due. Senza prendere in conto il come affetta comunque tutti quelli che sono parte della nostra cerchia affettiva: figli, madri, padri, cognati, sorelle, fratelli, nonni, amici, etc. etc. (la lista è lunga!).

Il tempo cura molte ferite e purtroppo il tempo è il lusso di questa decade. Non si misura più solo in denaro il quanto sei ricca o povera, ma in quanto tempo hai a disposizione per fare questa o quest'altra cosa, che naturalmente è una derivazione concreta di quanto denaro disponi. Stando così le cose, le persone hanno sempre meno tempo da dedicare a se stesse, e soprattutto ai rapporti che hanno con gli altri. Tutto è fatto in fretta e furia, si prendono decisioni che cambieranno veramente la vita senza avere il tempo per soppesare le conseguenza dei nostri atti in un futuro vicino e lontano.
E non si sa più come chiudere i rapporti in maniera civile.

Questo non saper come chiudere i rapporti in maniera civile non viene solo riscontrato nell'ambito familiare, ma anche nell'ambito lavorativo e si sente sempre più spesso di società che chiudono con i propri impiegati in maniera meschina, non riconoscendo a quelle persone che in alcuna maniera e per una certa quantità di anni, loro sono stati parte di quella impresa, di quella azienda, di quel gruppo di lavoratori, condividendo allegrie e preoccupazioni, successi e fallimenti, in una parola erano un tassello che componeva quel mosaico.

E parlavo di donne inizialmente, perché nell'ambito personale per le donne ultimamente va molto peggio! Tanto peggio che in Italia abbiamo rispolverato un termine nuovo: femminicidio.    La  parola si usò per la prima volta nel 1801 in Inghilterra per indicare "l'uccisione di una donna". Il termine lo ripresero le madri delle donne della città di Juarez, in Mexico, e principalmente le donne del movimento “Nuestras Hijas de regreso a casa” (Le nostre figlie ritornando a casa). E purtroppo non parliamo del personaggio creato da Stieg Larsson nella trilogia Millenium, Lisbeth Salander, che nella finzione dei romanzi riusciva bene o male a cavarsela.
 
Tale è la quantità di donne che sono state ammazzate, violentate, stuprate, minacciate in Italia negli ultimi anni e solo per il fatto di appartenere al genere femminile, e numerose sono le volte che sono state uccise più che altro per avere messo fine ad una relazione.  Sono state uccise fidanzate giovani e meno giovani, ex mogli, ex amanti, purtroppo possiamo dire che nei casi di cronaca nazionale non è esclusa nessuna categoria.

E questo mi fa pensare al non sapere finire i rapporti, a non sapere affrontare la fine di una relazione. Chiaramente, una relazione si fa in due, ma sempre per questa capacità sviluppata dalle donne di dover arrangiarsi per forza di cose in una quantità di situazioni diverse, sembrerebbe che la parte più debole in questo caso sia la parte maschile della coppia. Sono loro ad essere meno preparati ad affrontare la vita da soli, o a dover ricominciare da capo completamente.

E pensando alla grandezza delle donne mi piacerebbe chiedere sempre a loro uno sforzo in più, di ricordarsi che quei fidanzati, padri dei loro figli, compagni, amici, quello che siano, sono stati un tempo compagni di strada, persone con le quali hanno diviso e condiviso tutto. E credo che così si possa finire i rapporti con un po' di serenità in più, magari evitare anche se fosse un 1% di violenza gratuita, varrebbe molto la pena!

 

 

Il mio articolo finiva qui, ma dopo ho letto sul giornale: Udine, uccisa dall'ex convivente: accoltellata davanti al fratello, Lisa aveva 22 anni e dopo ancora, Montecatini, l'ex marito confessa"L'ho uccisa io".

E a questo punto, mi sono arrabbiata!!! non possiamo accettare che le donne vengano uccise cosi, e dobbiamo pensare molto bene a chi diamo la nostra completa fiducia. A questo punto, bisogna difendersi. E direi che tutti gli uomini dovrebbero conquistarsi la nostra di fiducia, giorno per giorno.

 

 

Marisol Barbara Herreros:  Cilena di nascita nazionalizzata italiana, con più di 30 anni di esperienza in marketing, vendita e relazioni pubbliche (fatto anche la dogsitter a Londra, vissuto in una houseboat sul Tamigi e la receptionist di un grande albergo a Santiago, tra altre cose). Viaggiato un po', vissuto stabilmente in Santiago del Cile, Quito, Londra e Roma. Responsabile della Redazione di Caos Management. Direttore di GEManagement Ltd. Presidente Associazione Innesto.
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