No, la corazzata Potemkin non è una cagata pazzesca
La cultura è una ben strana cosa.
Non è tenere a mente tutta la Divina Commedia, né citare in ordine cronologico le date degli avvenimenti decisivi della storia dell'umanità. Non è nemmeno elencare i nomi delle costellazioni nelle belle notti d'estate.
La cultura è saper riconoscere la genialità come dono assoluto e assolutorio.
E' “L'insieme di conoscenze che concorrono a formare la personalità e ad affinare le capacità ragionative di un individuo”.
Quindi è una questione molto seria.
Che non permette, in seguito ad una battuta scurrile, di ridere della Pietà Rondanini. Che vieta di sostenere che La Cappella Sistina “fa vomitare”; che obbliga ad ascoltare il suono struggente di un lungo assolo di Charlie Parker senza fare un fiato.
Nel numero 56 di questa rivista, ottobre 2010, scrissi:
“Nel 1976 la frase “ La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca” pronunciata con la consapevolezza di un atto sublime di grossolana sottocultura,.., spazzò via, stracciò, appallottolò, buttò nel cestino della carta straccia la storia del grande cinema d'autore.
Ciascun eruditello di provincia, ciascun scrittorucolo del nord Italia, ciascun giornalistello del sud:
tutta la sottocultura italiana fu sdoganata con licenza di sputare il suo stupido veleno su Eisenstein & C. Gente che con il concetto del bello non ha mai avuto nulla a che fare si è preso gioco dei Grandi Maestri, archiviando come pallose le loro geniali opere.”
Sono trascorsi trentasei anni e nessuna voce ha gridato parole di “ indignazione”, nessuno sguardo ferito e offeso né un solo indice puntato.
Cristiano Godano su “ Il fatto quotidiano” online del 16 novembre 2012 confessa, struggendosi:
“Potrebbe essere che uno dei motivi per cui non ho visto “La corazzata Potemkin” abbia a che fare con la famosa battuta di Paolo Villaggio” ed è impaurito al pensiero di essere stato traviato (sì, da una stupida frase di un brutto film commerciale).
Aveva 10 anni nel 1976: ce n'è voluto di tempo affinché il signor Godano imparasse a pensare con la propria testa, affinando le sue capacità ragionative.
Appena saputo che Paolo Villaggio ci stava riprovando, portando in giro uno spettacolo col titolo (ossignur!) “La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca” il sonno del giusto si è interrotto, gli occhi si sono spalancati, la coscienza ha urlato parole di dolore.
Dopo una dichiarazione d'amore : “ Villaggio è uno dei più grandi attori e autori comici di tutti i tempi e lo si ascolta sempre con rispetto..” l'esimio Michele Serra, brandendo un machete, trancia nell'Amaca di venerdì 16 novembre 2012:
“Io è da molti anni che volevo dirlo, e forse è arrivato il momento giusto : La corazzata Potemkin è un capolavoro irripetibile, Eisenstein un colosso del Novecento..”
Tutto qui? E' da molti anni che voleva dirlo? C'è stata forse un' opposizione leonina al suo desiderio di esternarlo?
Ovviamente il suo machete è arrugginito se non è riuscito a sferrare un colpo più incisivo, più maledettamente tagliente.
Un lieve cenno, di passaggio, senza dare troppo peso al fatto che Eisenstein sia l'inventore, il creatore, il fattore del cinema. L'artefice dei folgoranti bianchi e neri, delle luci e dei primi piani, della splendida fotografia, del tempo, dello spazio e del montaggio inimitabile?
Raccontare della Scalinata di Odessa che tutti i più grandi registi hanno citato e amato?
Nel secolo scorso Picasso ha dipinto Guernica ; Eisenstein ha girato “ La corazzata”.
Il cinema, come lo conosciamo noi, deve tutto a questo genio assoluto.
Mio caro Serra avrebbe potuto dirlo, e avrebbe potuto farlo prima, ora non è più il momento giusto.
Ora è ' tardi, ora è troppo tardi...
Sono trent'anni che in questo paese cresce la protervia dell'ignoranza, la spocchia della sottocultura agitata con orgoglio, il disprezzo della cultura.
Era tardi anche nel 2010, ma necessario. Ed io ho potuto farlo.
Forse perché non ho padroni, sono libera e consapevole delle mie opinioni e pulsioni.
Perché cerco di descrivere la realtà senza furbizia.
E' per questo che le svelo un segreto : Paolo Villaggio non è uno dei più grandi attori e scrittori satirici di tutti i tempi.
Rilegga con calma ciò che ha scritto e per favore cerchi di impiegare meglio le sue capacità ragionative.
Osare.
Avere il coraggio di andare contro corrente, di andare oltre, di valicare confini, di non fermarsi alla superficie. Non esiste una cultura alta ed una meno alta esiste solo la noia. Un gesto creativo senza vita, asfittico, pavido, furbo, conveniente è merda.
Laura Lambiase Profeta ha scritto di musica per “Laboratorio Musica” e “l’Unità”; ha descritto Napoli sul “Mattino” e sulla guida “dell’Espresso”; si è divertita su “Cosmopolitan”.
E nata a Pontecagnano molti, molti anni or sono e vive a Napoli tra Paradiso e Provvidenza.