Numero 46 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Emotional Intelligence:
la comunicazione non verbale

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di Marisol Barbara Herreros

 

Le cose possono essere molto diverse in relazione al punto di osservazione. Se ci affacciamo, alternativamente, ad una finestra di Manhattan, una finestra di Old Bond Street, o pensiamo a Piazza Navona a Roma, siamo in pieno centro, le strade sono belle, curate, e la nostra é una visione sicuramente piacevole e rassicurante. Invece, se ci affacciamo da una finestra di periferia la nostra visione può darsi che non sia così rassicurante e gradevole.

Nel mondo nel quale viviamo con la nostra forma di vivere veloce, competitiva, servono sempre di più tutti gli strumenti di comunicazione per supporatarci e se certe cose non le dimenticassimo così in fretta, potremo quotidianamente usarli con disinvoltura.

Parlo di Intelligenza Emotiva, così di moda, ma soprattutto di un suo strumento umile e a disposizione di tutti noi: la comunicazione non verbale.

La comunicazione non verbale è il linguaggio nascosto della intelligenza emotiva che attira o respinge gli altri. Immaginiamo che sia una carrucola che si muove sempre e contemporaneamente in due direzioni, ricevendo e dando, e viceversa – facendo avvicinarsi gli altri o mandandogli via. Così  imparare questo linguaggio non verbale e usarlo per rafforzare le nostre relazioni.

Nulla è più potente per attirare l'attenzione di una persona della comunicazione non verbale. Le nostre emozioni vengono espresse fortemente. L'origine della comunicazione non verbale risale ai nostri primi momento di vita. Da neonati, la comunicazione non verbale significava la nostra sopravvivenza. Le espressione delle prime facce che abbiamo mai visto; i suoni che abbiamo udito per prima, la qualità delle prime volte che siamo stati “toccati” hanno dato origine al nostro primo vocabolario materno di comunicazione, condiviso da tutti noi essere umani.

Possiamo affermare che la comunicazione non verbale parla molto più forte delle parole.

E tornando alle finestre di prima, sappiamo che queste sono sempre di più, e che affacciati  ci sono diversi  colori, razze, formazione, in altre parole tutto quello che fa di noi un essere umano degli anni 2009 e, purtroppo, abbiamo sempre più paura del contatto con gli altri. Andiamo avanti per le strade del mondo con le cuffie negli orecchi per sentire la musica, il telegiornale, per leggere dove è che stiamo andando, etc. etc. Ossia, abbiamo a nostra disposizione della tecnologia della comunicazione molto avanzata.

Nulla di tutto ciò,  nella nostra quotidianità, migliora il nostro modo di  comunicare  con i nostri colleghi del lavoro, o in famiglia, o con gli amici. Per questo sarebbe una cosa utile se ci ricordassimo del linguaggio non verbale, poiché  ha un'importanza basilare per la qualità delle nostre forme di relazionarci, anche molto dopo che abbiamo imparato ad usare le parole.

Oggi, è facile disconnettersi dai sentimenti fisici e dalle emozioni che ci permettono di comunicare non verbalmente, specialmente se questa comunicazione nella nostra esperienza precedente non é stata positiva. Quando siamo concentrati su noi stessi pensando a qualcosa, è molto difficile sopprimere i segnali emotivi che formano la nostra comunicazione non verbale e, naturalmente, questo è altrettanto vero per le persone che vivono intorno a noi.

La comunicazione non verbale è condizionata dalla nostra emotività che risponde a domande tipo: stai ascoltando?”, “hai capito? e “sei interessato/a?”, “ti importa?” , noi rispondiamo a queste domande nello stesso modo nel quale camminiamo, ascoltiamo, guardiamo, ci muoviamo e reagiamo. Questi segnali non verbali produrranno interesse, fiducia, e eccitazione o genereranno confusione, sfiducia e disinteresse.
Osservando migliaia di esempi concernenti l'interazione tra neonato e la loro mamma, si è scoperto i segnali non verbali più importanti.

Datele una ripassata, come quando eravamo a scuola, e la prossima volta che vi trovate di fronte a quello sconosciuto, prima di giudicare, ricordatevi.

Contatto visuale:
Il contatto visuale è dominante per la maggior parte delle persone, e di conseguenza molto importante nella comunicazione non verbale.

 

Espressione facciale:
Universalmente può significare rabbia, paura, tristezza, allegria e disgusto.
Tono della voce:
Il suono della tua voce esprime momento per momento la nostra esperienza emotiva. Importantissimo quando ci si rivolge ai bambini e agli animali, molto sensibili a quest'aspetto.
Postura:
La nostra forma di posizionarci, sederci, stare in piede, inchinarsi, sostenere e muovere il nostro corpo nello spazio ambientale affetta direttamente la percezione degli altri.
Tatto:
La pressione delle nostre dite, la presa e la stretta deve essere piacevole per te e per l'altra persona. Cos'è piacevole è relativo; alcuni preferiscono pressioni più forti, altri più leggere.
Intensità:
E' la riflessione sulla quantità di energia che progetti. Nuovamente, a molto a che vedere con cosa è piacevole per l'altra persona e cosa personalmente preferisci.
Tempistica e ritmo:
La tua abilità di buon ascoltatore e trasmettere interesse e coinvolgimento è determinata dalla tempistica e dal ritmo.
Suoni che
esprimono intesa:

Suoni tali come “ahhh, ummm, ohhh” mormorati con congruenti espressioni visive e facciali comunicano intesa e connessione emotiva. Più delle parole, questi suoni sono il linguaggio degli interessi, della intesa e della compassione.


Questi elementi della comunicazione non verbale vengono esperimentati molto più intensamente tra le pause delle parole. Le interruzione della corrente del linguaggio ci offre le opportunità migliore per la comunicazione emotiva.

 

 

Marisol Barbara Herreros: Cilena di nascita nazionalizzata italiana, con più di 30 anni di esperienza in marketing, vendita e relazioni pubbliche. Viaggiato un pò, vissuto stabilmente in Santiago del Cile, Quito, Londra e Roma. Responsabile della Redazione di Caos Management. Direttore di GEManagement Ltd.
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