Numero 36 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Il mangiatempo di John Taylor
L’Orologio, 21/9/2008

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di Roberto Vacca

 

In tempi antichi i (leggendari?) abitanti di un certo villaggio spagnolo si resero conto di non avere un santo protettore. La circostanza li sminuiva rispetto ai villaggi circostanti. Poi ricordarono che in una grotta non lontana dal loro abitato abitava un santo eremita. Lo uccisero e poi lo seppellirono con una cerimonia in cui lo proclamavano martire e lo nominavano protettore del villaggio. L’agiografo che scrisse la storia commentava:
“Resolucciòn bestial e indiscreta.”
ttSpero che non mi si tacci di irrispettoso se propongo di usare gli stessi termini per descrivere il grosso orologio a pendolo “mangia tempo” inaugurato il 19 settembre 2008 in presenza del fisico Stephen Hawking (autore di “Una breve storia del tempo”). E’ installato sopra il portone d’entrata del college di Corpus Christi all’università di Cambridge (UK). Lo ha costruito a sue spese John Taylor (un settantaduenne che è diventato ricco per aver inventato e prodotto termostati per teiere elettriche): ci ha messo 5 anni, con l’aiuto di otto fra ingegneri e artigiani, e ci ha speso un milione di sterline. Lo ha regalato al college che aveva frequentato da studente mezzo secolo fa.

L’orologio di Taylor ha un diametro di un metro e venti. Non ha lancette: usa tre coppie concentriche di dischi – per le ore, i minuti e i secondi. Sui dischi sono praticate fessure attraverso le quali passano i raggi di luce prodotti da batterie di LED. La struttura è fatta in modo tale che si abbia l’illusione di luci rotanti a varie velocità sulle tre circonferenze. Ogni cinque minuti le luci si fermano e indicano l’ora esatta. Nel resto del tempo hanno solo una funzione decorativa.
Sopra l’orologio una grossa cavalletta dall’aspetto diabolico – il “cronofago” – sembra mangiare i secondi. Ha occhi verdi, traversati ogni tanto da lampi gialli. Avanza due zampe per muovere una ruota dentata e ha la funzione di uno scappamento a cavalletta. L’orologio è del tutto meccanico ed è mosso da un motore elettrico, che dovrebbe avere carica sufficiente per funzionare per i prossimi 25 anni. Le superfici dell’orologio e le strutture della cavalletta cronofago sono state dorate e smaltate dalla gioielliera irlandese Joan Mackarell.

Taylor ha detto:
“Gli orologi con le lancette sono noiosi. Io ho voluto rendere interessante la misura del tempo e ho voluto esprimere il concetto che il tempo è un distruttore: una volta che un minuto è trascorso non lo puoi più avere indietro. La mia cavalletta non è un pupazzo alla Walt Disney. E’ una bestia feroce che ogni secondo tira fuori la lingua, apre le mascelle e al cinquantanovesimo secondo le chiude inghiottendo il tempo. Coinvolge chi lo vede- è interattivo.”

In realtà non pare che l’apparecchio reagisca minimamente alle reazioni del pubblico, dunque non è davvero interattivo. Cerca di spiazzare lo spettatore, però, dando l’illusione che si fermi o vada indietro per poi rimettersi in sincronismo.

Taylor avrebbe anche detto che il mangia tempo dovrebbe ricordarci il fatto che siamo mortali. Allo scoccare delle ore intere produce il rumore di una catena fatta cadere dentro una bara il cui coperchio si chiude fragorosamente. Lo ha concepito come omaggio all’orologiaio John Harrison che nel 1722 inventò, fra l’altro (oltre a cuscinetti autolubrificanti), lo scappamento a cavalletta (costruito in modo da far avanzare una ruota dentata di un angolo costante a ogni oscillazione del pendolo) e realizzò strumenti così precisi da permettere di risolvere il problema della determinazione della longitudine per le navi della marina britannica. Secondo Taylor questa invenzione originale di Harrison non è abbastanza nota al pubblico e uno dei suoi obiettivi è proprio quello di popolarizzarla con la sua drammatica struttura.

Mi pare che l’impegno e la spesa non siano giustificati dal risultato – curioso, ma largamente irrilevante, anche se molti commenti registrati da vari blog sono favorevoli o addirittura entusiasti.

Un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno. Quello di Taylor segna l’ora giusta 288 volte al giorno: detta così, sembrerebbe un grosso passo avanti, ma moltissimi orologetti piezoelettrici da quattro soldi indicano l’ora giusta senza soluzione di continuità. Dunque dal punto di vista funzionale la cosa non è interessante.

Dal punto di vista estetico lo è ancora meno. L’orrida cavalletta che arranca a far girare la corona circolare esterna non ha attrattive estetiche. Anche chi non ami particolarmente l’estetica disneyana probabilmente ne apprezza almeno alcune manifestazioni più di quanto possa apprezzare l’opera di Taylor.

C’è da chiedersi quale possa essere stata la motivazione che ha indotto Stephen Hawking a presenziare all’inaugurazione del Corpus Clock – come è stato chiamato questo oggetto, dal nome del college. Non riesco a immaginarlo. Hawking con la sua indiscussa fama di scienziato, resa più drammatica dalle sue disastrate condizioni fisiche, non ha certo bisogno di farsi propaganda con queste trovate. Curioso che il tutto sia avvenuto in Gran Bretagna, isola che era nota per il buon gusto di “stile inglese”.Non fosse così, si sarebbe tentati di classificare l’iniziativa come una “americanata”, come si diceva qualche decennio fa. Comunque la notizia ha prodotto un certo rumore  ed è già apparso un articolo in merito su Wikipedia.

Si può vedere un’intervista filmata con John Taylor e l’orologio in funzione su http://www.youtube.com/watch?v=pHO1JTNPPOU  cercando “Corpus Clock”.

 

 

Roberto Vacca: Laureato in ingegneria elettrotecnica e libero docente in Automazione del Calcolo (Universita' di Roma). Docente di Computer, ingegneria dei sistemi, gestione totale della qualita' (Universita' di Roma e Milano). Fino al 1975 Direttore Generale e Tecnico di un'azienda attiva nel controllo computerizzato di sistemi tecnologici, quindi consulente in ingegneria dei sistemi (trasporti, energia, comunicazioni) e previsione tecnologica. Tengo seminari sugli argomenti citati e ho realizzato numerosi programmi TV di divulgazione scientifica e tecnologica.
I LIBRI DI ROBERTO VACCA SI TROVANO (iin .pdf) SU http://WWW.PRINTANDREAD.COM