Numero 39 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

SCAMPER, come “sgattaiolare” da un problema per trovare la soluzione

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di Simone Piperno

 

Nello scorso numero abbiamo parlato della Sei Cappelli per pensare, la tecnica ideata da Edward De Bono, (http://www.caosmanagement.it/art38_03.html) e su questo parleremo e sperimenteremo la SCAMPER, una parola che vuol dire “correre via”, “sgattaiolare” e che, come vedremo nel corso dell’articolo, è un acronimo che per ogni lettera da il via ad un passo da seguire.

ttMa prima di tutto avete provato la Sei cappelli? Come è andata? Se volete potrete spedire alla redazione un’email per discutere insieme del funzionamento della tecnica e delle sue potenzialità.

Quando lavoro con la metodologia che utilizzo nella formazione, e cioè il Coaching Creativo, elaborata insieme a Massimo Del Monte e Maria Rita Parsi, utilizzo spesso la “Sei Cappelli per Pensare” nell’ultima delle nostre cinque fasi, il Feedback, quando predisponiamo gli strumenti per misurare, monitorare e valutare gli esiti di un progetto oppure il percorso verso il raggiungimento di un obiettivo.

Il momento della valutazione, del feedback, consiste nella percezione e nella verifica dei cambiamenti che avvengono nella persona (o nel gruppo di lavoro) e, contemporaneamente nell’ambiente, in relazione all’obiettivo o al progetto che si sta portando avanti. Un esempio rispetto alla rilevanza del feedback (e cioè delle informazioni di ritorno) per l’efficacia delle nostre azioni, è dato dall’omeostasi, quel meccanismo di regolazione che caratterizza le cellule, dalle più semplici alle più complesse, quelle del cervello umano.

Damasio, (http://www.filosofico.net/damasioantonio.htm) uno dei principali neuroscienziati viventi, afferma come ogni cellula del nostro corpo partecipi di un impulso a rimanere in vita, adottando dei sistemi più o meno complessi di rilevazione delle informazione, che conducono a modificare e ad adattare alcune funzioni, con il risultato di ottenere uno stato di equilibrio dinamico. Lo stesso realizziamo ogni giorno con i nostri comportamenti e attraverso le nostre azioni più o meno coscienti, con le quali ricerchiamo una condizione di benessere, anche passando attraverso azioni di auto-sabotaggio (come afferma il principio dell’intenzione positiva nella tecnica della Ristrutturazione in sei fasi, in Programmazione neuro-linguistica) e condizionamenti sfavorevoli dall’esterno.

ttSecondo Damasio, anche i sentimenti nascono come meccanismi di feedback, come eventi mentali che richiamano la nostra attenzione su stati corporei, sensazioni interne o sulla nostra memoria autobiografica.

Più l’ambiente in cui viviamo è complesso, più il progetto che stiamo elaborando è ampio, e maggiore dovrà essere l’attenzione riposta sul meccanismo di feedback.

Per chi volesse approfondire le fasi del Coaching Creativo può andare alla pagina: http://www.kairossolutions.it/ricerca.php, partendo dalla prima delle cinque fasi per l’arricchimento delle risorse e del potenziale della Mente Creativa: la ricerca delle informazioni interne ed esterne. In questo numero voglio parlarvi di un’altra tecnica particolarmente rilevante ed utile al processo di elaborazione delle idee: la SCAMPER.

ttQuesta tecnica, come la “Sei Cappelli per pensare”, si utilizza per osservare la realtà da diverse prospettive, per focalizzare la nostra attenzione su un aspetto alla volta, su un angolo di osservazione. Tutti noi siamo abituati a privilegiare un particolare punto di vista, che da una lato permette di risparmiare tempo e risorse, dall’altro limita la nostra possibilità di spaziare nel campo delle soluzioni. La SCAMPER ci aiuta a recuperare i mille colori della realtà, le sfumature, sottili, che nel corso delle nostre attività di tutti giorni smarriamo per correre dietro alla routine.

Per svolgere correttamente una delle tecniche del pensiero creativo è fondamentale definire un obiettivo in modo preciso, con una delle varie modalità di problem setting o di goal setting, secondo una sintassi che lo renda specifico, misurabile, “arrivatile”, realizzabile, raggiungibile, sotto la piena responsabilità personale di chi agisce, e in un tempo fissato, secondo i principi di un altro celebre acronimo: SMART.

Anche SCAMPER è un acronimo, pur avendo il significato che ho indicato all’inizio e cioè “corrrere via” e “sgattaiolare”. La tecnica nasce dalla mente di Osborne, ideatore del Brainstorming, “la tempesta del cervello”, (http://simonepiperno.blogspot.com/2008/10/brainstorming.html) come variante di questa tecnica, organizzata in una checklist utile a rielaborare un problema, scoprendo nuovi aspetti, o per produrre un’idea originale.

La checklist è stata ripresa da Bob Eberle e da Michael Michalko che l’hanno trasformata in SCAMPER, organizzandola nelle fasi seguenti:

S - Substitut – Sostituire elementi con altri.

C - Combine – Combinare, integrare, unire.

A - Adapt – Adattare

M - Modify – Modificare, trasformare; Magnify, ingrandire; Minify, ridurre

P - Put to another use – Utilizzare per un altro scopo.

E - Eliminate – Rimuovere elementi, semplificare

R - Reverse – Capovolgere la prospettiva.

Per ognuna di queste fasi è utile porsi almeno una domanda, ad esempio:

S- cosa posso sostituire nella mia idea, per provocare maggiori vantaggi? Per soddisfare un maggior numero di persone? Per generare più valore?

C- come posso creare una sinergia intorno al mio progetto con altre persone o gruppi? Quali conoscenze, esperienze, abilità che ho maturato posso unire per rafforzare la mia idea?

A questo proposito è nota la storia di Steve Jobs che prima di mettere a punto il Macintosh frequentò un college famoso per i suoi corsi di grafia, il Reed College, dove partecipò ad un corso nel quale imparò tutto sui caratteri, comprendendone le differenze e le caratteristiche, così che dieci anni dopo il Macintosh divenne il primo computer dotato di capacità tipografiche evolute. Ancora prima di lui fu Guttemberg a combinare due diversi elementi, quali lo stampo dei biscotti e il torchio per le vinacce, dando vita alla più importante scoperta della modernità: la stampa.

Un altro esempio particolarmente evidente è quello del cellulare che da strumento di comunicazione si è trasformato in macchina fotografica, telecamera, registratore, sveglia, console per i videogiochi, agenda….

A- come posso cambiare la mia idea o le sue parti per renderla coerente con le nuove condizioni? Oppure per renderla utile alla risoluzione del problema che devo affrontare?

In merito sono molti i casi nei quali un’idea è stata adattata a nuovi usi, il modo più consueto è quello di adattare un libro facendone un film o un musical, oppure si può pensare allo strumento che stiamo utilizzando, internet, inizialmente utilizzato fa ini militari o per trasferire rapidamente informazioni e conoscenze da un ente di ricerca all’altro, fino agli usi attuali, come quelli commerciali e di intrattenimento.

M- cosa posso aumentare, ingrandire, diminuire, e cambiare in generale l’uso per accrescere l’efficacia del progetto?

Il post-it è nato proprio in seguito al tentativo di creare la colla più resistente al mondo… ed invece ha generato quella più debole, ma utilissima per realizzare un taglia e incolla artigianale, senza bisogno del PC… Tanti prodotti agricoli sono stati modificati, selezionati, nei secoli, per resistere alle intemperie, alle malattie, per avere un sapore migliore, ecc.

P- posso utilizzare la mia idea per realizzare un altro obiettivo? Un articolo che ho letto di recente, ad opera di Claudio Nutrito, ricordava una brillante operazione pubblicitaria della Church & Dwight Company, produttrice del bicarbonato Arm & Hammer, che dopo aver scoperto che tal prodotto era utile come deodorante per il frigorifero, dedicò degli spot a questo obiettivo specifico, riscuotendo un buon successo e superando il limite della “fissità funzionale”, per il quale quando attribuiamo ad un oggetto una funzione, stentiamo a liberarcene. Quello della fissità funzionale è un ostacolo particolarmente ostico per la risoluzione dei problemi, come rappresenta il famoso problema dei 9 punti; come collegare tali punti con quattro linee senza staccare la penna dal foglio?

E- cosa posso eliminare della mia idea per renderla più utile? Quali parti ed elementi? Mi viene in mente l’importanza del dono della sintesi e di quando lavoravo in una redazione di un giornale, il direttore, un ottimo maestro di giornalismo, i primi tempi, mi incaricava di un articolo e poi mi chiedeva di scriverlo con la metà delle parole utilizzate ed ancora con la metà e la metà, fino a ridurlo ad una riga e ad un titolo. Proprio grazie a questo insegnamento sarò breve e concludo con la prossima lettera…

R- cosa posso trasformare radicalmente? Pensiamo al concetto car sharing (…dove viene applicato correttamente), uno degli oggetti cult della proprietà privata, uno dei principali status symbol della nostra società, l’automobile, si trasforma in un bene comune, che può essere prenotato secondo le esigenze particolari e lasciato dove è più comodo, pagando un abbonamento o una tariffa oraria, senza pensare ad assicurazione, meccanico, ecc..

Tutto dovrebbe essere reso il più semplice possibile. Ma non più semplice di così.
Albert Einstein

 

 

Simone Piperno: si occupa di formazione e di coaching perché la condivisione delle conoscenze e la crescita personale costituiscono il suo interesse più profondo e la sua passione nel lavoro. Pubblicato il primo libro, con F. Angeli, intitolato "Coaching Creativo. Tecniche per la crescita, l'innovazione, il cambiamento personale ed aziendale", con Maria Rita Parsi e Massimo Del Monte. Il Coaching Creativo ha come obiettivo lo sviluppo e il miglioramento delle capacità creative nelle persone e nei gruppi, attraverso una metodologia e delle tecniche originali e con l'integrazione delle tecniche classiche per lo sviluppo del pensiero creativo, come potete vedere sul suo blog: http://simonepiperno.blogspot.com/ e sul sito: http://www. coachingcreativo.com