Numero 39 Registrazione al tribunale di Roma N° 3/2004 del 14/01/2004

Psicomitologia del management
3- Prometeo e l’anima calda del mondo

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di Francesco Franci e Paolo Manzelli

 

Dopo i due primi articoli di Gennaio e Febbraio, ecco una terza parte dedicata al mito di Prometeo ed al suo riverbero nell’anima del mondo.

La novità è che il tema implica anche una visione scientifica, per cui l’articolo si svolge sotto forma di dialogo, o quasi, con l’intervento mio e di Paolo Manzelli, e di altri che hanno partecipato al dibattito, senza soluzione di continuità, così, tutto di seguito.

L’Anima del mondo

ttNella visione politeista della psicologia di James Hillman, che prosegue, nel moderno, il discorso di C.G.Jung, anche le cose hanno un anima, e quindi nella sua completezza e molteplicità, va posta attenzione e conoscenza all’anima del mondo (1)

Seguendo le orme di Jung e degli antichi greci, Hillman sostiene che anche i luoghi hanno un'anima, sono popolati da divinità diverse, assorbono i pensieri e le tradizioni degli uomini che li abitano da secoli o millenni. In un suo libro (2), Hillman parla dell'anima dei luoghi con Carlo Truppi, studioso di architettura. Dalla conversazione emerge l'idea di un'architettura lontana da uno "stile internazionale" indifferente alle specificità locali; al contrario, se case, monumenti e città vogliono dare un contributo positivo alla vita degli uomini che vi abitano, devono rispettare e rispecchiare la natura segreta dei luoghi in cui sorgono: l'anima dei luoghi respira insieme all'anima del mondo e alla nostra anima.

Intellettuale anticonformista, che che ha riportato al centro del dibattito filosofico l'accantonata idea dell'anima, James Hillman parla del mondo in cui viviamo rovesciando prospettive consolidate, sia che si tratti di dottrine politiche, sia di economia, sia della natura, sia del ritorno degli antichi déi sotto nuove vesti (Marte nella violenza e nella velocità della televisione, Venere negli allettamenti della pubblicità, Mercurio nella rete Internet).(3) Come abbiamo visto nel nostro primo articolo.

In questa costellazione si inserisce questa nostra analisi, con molta attualità la figura psico-mitica di :

Prometeo

Quindi la parola a Paolo Manzelli:

La maggior parte dei dibattiti contemporanei sulla crisi ed il suo superamento, iniziano con la necessita di rileggere il mito di Prometeo per creare una nuova strategia di sviluppo eco-sostenibile basato su produzioni che non fanno riferimento a concezioni meccaniche di utilizzazione di energia calorica, come sono ad es. le nano e le bio tecnologie e le fonti alternative di energia.

ttRicordiamo una traccia del mito di Prometeo (nome che trae il suo significato da colui che ha premeditato). Prometeo nell' antico mito Greco era un Titano (semi-dio) che insegno agli umani l' uso del fuoco provocato dai fulmini di Zeus provenienti dal cielo,per indirizzare gli uomini contro le leggi della natura gestita dal potere degli Dei dell' Olimpo. ZEUS, come viene descritto nel poema epico di Esiodo"la Teogonia"(VIII secolo a.C.circa) sentendosi tradito, decise di vendicarsi di lui e della razza dei mortali infedeli, ed ordinò al dio artigiano del legno Efesto ed agli altri dei di incarnare un nuovo tipo di essere umano,affascinante ma perfido. Ciò fatto, pertanto invio la bellissima Pandora (una donna curiosa ed ambiziosa) a portare nuovi doni sulla terra, per sposare l'ingenuo fratello di Prometeo Epimeteo. Pandora recò con sé il vaso d'argilla donatole da Zeus, il leggendario contenitore di tutti gli influssi sopranaturali, il dolore, la fatica, la malattia, la pazzia e altri mali psicofisici prima di allora sconosciuti al mondo degli uomini. Quando Pandora spinta dalla curiosità, apri il dono di nozze, il terribile contenuto si sprigiono fuori e si propagò, lasciando che soltanto la speranza, in forma di una rondine, restasse nel vaso, come possibile ripensamento. A Prometeo Zeus riservò una punizione senza speranza. Efesto incatenò Prometeo ad una rupe solitaria dove ogni giorno un'aquila in volo veniva a cibarsi strappando il fegato del prigioniero per divorarlo; ma Prometeo essendo un semi-dio non poteva mai morire, cosi che ogni notte il suo fegato ricresceva e l' aquila ripeteva la tortura ad ogni sorgere del sole. La punizione di Prometeo fu il tema della tragedia teatrale "Prometeo incatenato"(455 a.C.circa) tradizionalmente attribuita al drammaturgo ateniese Eschilo, che contiene la previsione che con il permesso di Zeus infine Prometeo sarebbe stato liberato per evitare il più completo disastro della natura.

ttLa crisi odierna dello sviluppo fa pertanto riferimento all'antico mito di Prometeo ed alla "speranza" e cioè che lui stesso potesse liberarla facendo volare la rondine dopo avere rotto il vaso di Pandora. Poiché il fuoco (energia calorifica) è il mezzo con cui la scienza e tecnologia "meccaniche" hanno permesso uno sviluppo capace di distruggere progressivamente l'ambiente naturale ed anche hanno insegnato agli uomini di distruggersi l'un l'altro come era stato voluto alla punizione di Zeus. Il mito di Prometeo, come disse Platone, descrive infatti come il fuoco ha dato origine alla tracotanza e causato grandi guerre tra gli esseri umani; non é un caso che il premio Nobel sia stato istituito dall'inventore della Dinamite, dopo che suo fratello mori per l'esplosione della sua fabbrica.

Pertanto, oggi coesistono le due prospettive adottate nel dibattito contemporaneo e manageriale sulla tecnologia, troviamo infatti alcuni manager che vogliono vedere Prometeo agire contro natura favorendo una umanità che ambisce ad esercitare il massimo il potere del fuoco nel distruggere la natura, e gli altri invece che iniziano a vedere come il Prometeo "Incatenato" sappia aprirsi ad un ripensamento cosi da avere il coraggio di spezzare le catene ed aprire il vaso di Pandora alla speranza di un rinnovamento futuro dello sviluppo e ristabilire la pace tra gli umani.

Lo scontro culturale odierno tra due tipologie di management tecnologico é davvero titanico; la diversità delle due aree di pensiero si può sintetizzare tra coloro che tradizionalmente procedono nell'idea di progresso perseguendo strategie competitive basate sul potere del fuoco, ed altri che di recente prediligono lo sviluppo di una intelligenza connettiva, per attuare un deciso cambiamento, basato la creazione di network cooperativi a grande impatto comunicativo, guidati dalla ricerca di nuove strategie di conoscenza, alla scoperta dei segreti più intimi della natura con la intenzione di farla evolvere anziché finirla di distruggere.

La attuale crisi soffre quindi di una effettiva "criticità culturale" la quale impedisce alla gente di capire cosa sta avvenendo; pertanto anche l' aver tratteggiato in questo breve scritto quale sia il nodo del contendere, rifacendosi a una far capire l'antica origine dello scontro culturale odierno tra due sostanziali impostazioni del rapporto tra scienza ed economia, può essere utile a coloro che più per ignoranza che per incapacità si trovano a prediligere il management sociale ed economico di coloro e tentano di riformare e revisionare la vecchia ed obsoleta strategia dello sviluppo meccanico, anziché favorire lo sviluppo creativo basato sulla ricerca delle nuove opportunità di produzione e sviluppo.

Su questo fronte, oggi minoritario, "CREATIVE CLASS NET" ha optato di schierarsi per favorire la seconda area di sviluppo concettuale e produttivo, collaborando alla strategia di management del cambiamento creativo, nella quale produrre significa anche creare una cultura capace di supportare l'innovazione scientifica e tecnologica delle nano e bio-tecnologie nonché delle forme di energia alternativa, al fine di superare, almeno a lunga scadenza, ogni logica di sfruttamento meccanico della natura basato su il calore come fonte di energia infrarossa.


C’è poi :


interrvento di Francesco Mancini in rete:
Siamo allo scontro tra gli opposti ed ogni scontro è terribilmente letale al di là di chi vince.
E allora?
Allora la "coniunctio oppositorum" che passa attraverso un'unica strada:
l'amore.
non è un messaggio evangelico e per amore intendo amore e capacità  di amarsi.
Al di là  dei limiti e dei pregiudizi, al di là dei blocchi imposti dalle varie religioni. al di là  dei limiti imposti dagli stereotipi.
Amore a tutto campo, amore fra tutti.
Amore in cui il maschile ed il femminile siano capaci di integrarsi e di rispettarsi profondamente stando le diverse destinazioni biologiche.
Amore al di là  delle connotazioni razziali, amori verso i "poveri" ma anche verso i "ricchi" sapendo che anche i ricchi sono poveri ed anche i poveri sono ricchi.
Amore come trasferimento di conoscenze.
Amore in cui il potere non abbia più motivo di esistere in quanto sopraffazione degli uni sugli altri.
Amor in cui tutti i gruppi si aprono gli uni verso gli altri e si sorridano reciprocamente.
Amore in cui le sette non abbiano più motivo d'essere.
Amore che consenta il recupero della dimensione creativa da parte di tutti.
Amore in cui tutti si sentono compresi ed accolti.
Amore in cui tutti sappiano che non c'é alcuna luce senza l'ombra e che se c’è una grande luce c'è sempre con certezza una grande ombra.
Se non riusciremo a fare questo sforzo di collegamento degli uni con gli altri la crisi ci divorerà  tutti senza pietà.
Se viceversa capiremo che questa è l'unica strada,capiremo che i vari Gesù, San Francesco e Ghandi, o Pio, erano  persone che avevano visto con largo anticipo quanto sarebbe accaduto e che avevano soltanto dato delle direzioni corrette  da seguire.
Quello che dico  può sembrare utopistico e fuori del tempo,ma non è così.
nella mia non breve vita ho visto cambiamenti enormi ogni volta che son riuscito a trasformare il sentimento verso gli altri in amore.
Questo il miracolo che tutti, nessuno escluso ,può compiere, non in funzione di una vita dopo la morte ma di un paradiso sulla terra.
Al che Paolo Manzelli aggiunge:
Il sistema e' ormai in crisi recessiva  pertanto ritengo che potranno trovare un accordo tutti coloro che si impegneranno con amore al cambiamento sociale ed economico-produttivo. Ma purtroppo non credo che tutti proprio tutti siano disponibili ad amare.  Anche se spero di sì.
Ed io concludo:
L’Amor latino era l’a-mors: dove non c’è la morte,  la morte dell’anima o la morte dell’anima del mondo, che è qualcosa di diverso e più temibile della morte  ecologica del pianeta, che forse, ne è soltanto una tragica conseguenza.

Note:
1) James Hillman L' anima del mondo e il pensiero del cuore- editore Adelphi.
2) James Hillman L' anima dei luoghi. Conversazione con Carlo Truppi -editore Rizzoli. 3) James Hillman L' anima del mondo. Conversazione con Silvia Ronchey-editore Rizzoli.

Biblio ON LINE
Creative Class Net : Debate :http://www.wikio.it/article/82547164
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Francesco Franci socio logico matematico, nato a Genova nel 1946,residente a Roma, già presidente, ed ora Consigliere di AISCRIS Associazione Italiana Società di Consulenza per la Ricerca l'Innovazione e lo Sviluppo, aderente a Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, svolge attività di ricerca e di formazione nell'ambito dell'economia della conoscenza e dei nuovi media. Coautore del libro "L'illogica di un conflitto- La logica fuzzy applicata alla crisi tra Israele e Libano" - eurilink editori, 2007.

Paolo Manzelli: nato a Terni il 25/06/1937, Chimico Fisico (Laurea: Firenze 1967), Studioso della Chimica del Cervello sulla base delle relazioni tra Energia, Materia ed Informazione. Direttore del Laboratorio di Ricerca Educativa del Dipartimento di Chimica della Università di Firenze http://www.chim1.unifi.it/group/education/, e Presidente della associazione telematica EGOCREANET; http://www.egocreanet.it